La nuova produzione di "Orlando" di Haendel ha raccolto un caloroso successo di pubblico a Reggio Emilia. Bella la messa in scena di Robert Carsen - seppure con qualche ingrediente un poco pedante - meno efficace la direzione di Dantone. Il cast vocale non ha valorizzato a pieno i caratteri barocchi della partitura.
In coproduzione con il Teatro Alighieri di Ravenna, è andato in scena al Valli di Reggio Emilia "Orlando" di Haendel, in un allestimento che coniugava la regia di Robert Carsen - con scene e costumi di Antony McDonald - e la direzione di Ottavio Dantone alla guida dell'Accademia Bizantina. L'impianto scenico andava nella direzione di un'essenzialità astratta, elegante ed efficace nel suo complesso, con pannelli triangolari che formavano una sorta di diaframma che si apriva sulle ambientazioni rievocate da colori forti - il nero striato d'oro per il cielo stellato contemplato da Zoroastro, il verde intenso e variamente cangiante grazie alle luci di Dominique Bruguière per le ambientazioni bucoliche, il nero cupo per la visione degli inferi e un rosso compatto per l'"albergo" di Dorinda - arricchiti da soluzioni ad effetto, come il fuoco accecante che ha chiuso il secondo atto e la selva di spade dell'ultimo atto, oppure un poco ritrite (il nudo integrale della prima scena), o ancora pedantemente attualizzanti: Dorinda che, da brava pastorella-massaia, si mette a stirare le lenzuola. Comunque va sottolineata la bontà di una messa in scena capace di reggere tre ore di una musica sicuramente ricca di ispirazione e bellezza, che ha però trovato nella lettura di Dantone una cifra interpretativa discontinua: apprezzabile nelle scelte dinamiche, più in ombra per quanto riguarda il dato strumentale. La compagnia vocale ha profuso ampio impegno, senza però raggiungere quei caratteri di brillantezza auspicabili per il repertorio barocco, fatte naturalmente le doverose tare nei confronti di vocalità oggi naturalmente scomparse. Il numeroso pubblico presente ha testimoniato, in ogni caso, un calorosissimo consenso rivolto a tutti gli artisti impegnati.
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