Uno spettacolo di ottimo livello sotto ogni punto di vista, a partire da quello registico - scenografico. L'interpretazione dello spazio è stata estremamente efficace: l'orchestra, spostata nell'area centrale della platea, ha permesso un ampliamento del palco verso il pubblico che risulta così più coinvolto dall'azione; quinte semicircolari e pannelli, comunque curvilinei, tutto di un color azzurro chiaro, hanno definito il perimetro della scena fornendo uno sfondo neutro, e allo stesso tempo dinamico, su cui i pochi oggetti, che di volta in volta connotavano il momento teatrale, si collocavano dopo essere emersi roteando grazie, probabilmente, ad ascensori idraulici girevoli. Indubbiamente Servillo e Spisa hanno puntato sul valore del dettaglio per ricostruire l'arredo settecentesco: i portoni stuccati, le poltroncine imbottite, i lampadari di cristallo, e poi i meravigliosi costumi; solo alcuni richiami simbolici, disposti ed illuminati con sapienza, sono stati sufficienti a soddisfare l'immaginario: è questa la vera magia di un allestimento riuscito! Certo, una scenografia così essenziale è stata pensata su misura per rivestire i formidabili personaggi mozartiani che per imporsi al pubblico non hanno sicuramente bisogno di eccessive caratterizzazioni visive, tanto è grande la loro presenza musicale. Il punto di forza di questo spettacolo consiste infatti nel perfetto equilibrio tra qualità della messinscena e valore teatrale della partitura che, tra l'altro, ha avuto un'esecuzione molto buona. Merito innanzi tutto del direttore e concertatore Giancarlo Andretta che con energia e precisione ha saputo guidare l'orchestra; da apprezzare le sue scelte timbriche e gli stacchi di tempo; al clavicembalo nei recitativi secchi ha mostrato molta sensibilità e gusto nell'interpretazione del basso continuo. Buona la prova degli interpreti vocali, nonostante qualche incertezza nell'insieme con l'orchestra, convincente anche dal punto di vista strettamente teatrale. Spiccano in particolare Francesca Pedaci la Contessa Almaviva, e Robert Gierlach nei panni del Conte, insieme a Nicola Ulivieri (Figaro). Sembrerebbe essere stata meno valida l'esecuzione di Lisa Larsson una Susanna un po' debole, altrettanto dicasi per Tuva Semmingsen (Cherubino). Il pubblico ha apprezzato calorosamente la serata.
Interpreti: Gierlach, Pedaci, Larsson, Ulivieri, Semmingsen
Regia: Toni Servillo
Scene: Toni Servillo e Daniele Spisa
Costumi: Ortensia De Francesco
Coreografo: Wladimir Felibert - Aleman
Orchestra: Orchestra del Teatro La Fenice
Direttore: Giancarlo Andretta/Giuseppe Marotta
Coro: Coro del Teatro La Fenice
Maestro Coro: Giovanni Andreoli