Norma-Dessì: un debutto vincente

Importante prestazione nella lunga carriera di Daniela Dessì, inserita in uno spettacolo molto apprezzato dal pubblico in sala. Le belle conferme di Armiliato, Pidò e Tiezzi; l'exploit di Kate Aldrich. Pubblico ampiamente soddisfatto.

Recensione
classica
Teatro Comunale Bologna
Vincenzo Bellini
29 Aprile 2008
Gli occhi sono puntati su Daniela Dessì, al suo ennesimo debutto: uno fra i più attesi dopo oltre 25 anni di splendida carriera. A dispetto di qualche estremo acuto faticoso, di qualche roulade non ben snocciolata, l'esito è vincente e soddisfa le migliori aspettative. Anche quelle della stessa interprete, che nel tripudio finale si commuove visibilmente. Il personaggio di Norma vocalmente c'è tutto, con un'evoluzione che parte da una "Casta diva" quasi di giovane spaurita e cresce verso la consapevolezza di donna matura. Rifuggendo da imitazioni, il soprano rimodella il personaggio sulla sua voce, fatta di dolcezze infinite ma capace di potenziarsi nell'invettiva violenta. Ciò che difetta è solo una gestualità più sciolta, più compresa nella parte: non vediamo Norma, ma la signora Dessì che recita Norma. Fabio Armiliato, ancora una volta al suo fianco, trova in Pollione il personaggio giusto per la propria voce generosa, ma senza strafare, confermando così d'essere nel momento più felice della sua carriera. Corretto, efficace l'Oroveso di Rafal Siwek. La vera rivelazione è Kate Aldrich, Adalgisa semplicemente perfetta: timbro seducente, brunito al grave, luminoso all'acuto, bel fraseggio, ottima dizione, bella presenza scenica. L'impianto visivo di Tiezzi unisce sincreticamente suggestioni diverse, dalle quinte lisce e astratte al fondale acquarellato, dallo stile impero del mobilio al neoclassicismo plastico à la David, sottolineato da frequenti fermo-immagine. Immersi in un ambiente stilizzato, i movimenti dei cantanti restano però veteroperistici. Dirige Pidò, con vigore e solidità. Tagli di tradizione (non tutti, invero) che sollevano i cantanti di qualche battuta, il pubblico d'una manciata di minuti, a scapito delle proporzioni formali previste dall'autore.

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