Nella copiosa produzione operistica del compositore ceco Bohuslav Martinu, "Mirandolina" si colloca in un periodo che va dal 1937 - anno in cui, dopo aver portato a termine "Il teatro di periferia", inizia a pensare alla "Locandiera" di Goldoni - al 1959, che fa registrare la prima rappresentazione dell'opera e la morte del musicista. In realtà questo lavoro di teatro musicale comico in tre atti fu terminato nel luglio di cinque anni prima, dopo una gestazione relativamente breve, nonostante alcuni problemi emersi a causa dell'uso della lingua italiana nel libretto, ricavato dall'originale goldoniano dallo stesso compositore. Difficoltà risolte grazie all'intervento di un amico italiano, Antonio Aniante, impiegato nel Consolato d'Italia a Nizza, ma che non hanno sciolto del tutto alcuni grumi ritmici che rimangono ad incrostare di vaghe venature stranianti un impianto generale che invece risulta compatto e univoco nel suo felice equilibrio, così come è emerso nella proposta in cartellone al Lugo Opera Festival. Un allestimento debuttato al Wexford Festival Opera che immergeva la celebre vicenda di Mirandolina negli anni Trenta, grazie alla lettura accattivante che ne ha dato la regia curata dal britannico Paul Curran, impegnata a sottolineare i rimandi protofemministi simboleggiati dal carattere indipendente della protagonista. Nell'insieme, lo sguardo di Curran, calato nelle piacevoli scene di Kevin Knight, ha curato in modo particolare la recitazione - anche nei cambi di scena operai e macchinisti improvvisavano gag da cinema muto - assecondato da una compagnia di canto che si è prestata di buon grado alla definizione dei personaggi anche attraverso un lieve ammiccamento, o un solo sguardo. Sulla scena, quindi, ritmo serrato e trovate a tratti veramente divertenti dall'inizio alla fine, mentre in buca l'impegnativa partitura di Martinu veniva gestita con decisione da Roberto Polastri alla guida dell'Orchestra del Comunale di Bologna. Una musica che, in un sostanziale impianto tonale, miscelava scarti poliritmici paralleli, impasti timbrici inediti, ironici rimandi a stilemi settecenteschi. Il tutto a sostegno di un intreccio vocale di certo lontano da una caratterizzazione psicologica complessa dei personaggi, e costruito non su arcate melodiche lineari ma su frammenti asimmetrici e cangianti. Efficaci gli interpreti, a partire da Daniela Bruera nei panni di una Mirandolina "con i pantaloni" - sia per i costumi indossati sia per il carattere che ha saputo mettere nel suo personaggio - vocalmente adegauta e davvero brava attrice, Massimiliano Tonsini, un Fabrizio ben delineato, Enrico Marabelli, Simone Alberghini e Simon Edwards i tre avventori della locanda innamorati di Mirandolina, Tereza Matlova e Gabriella Bosco le due "comiche" ben affiatate. Positivo alla fine il saluto del pubblico
Note: Allestimento del Wexford Festival Opera
Interpreti: Daniela Bruera, Tereza Mátlová, Gabriella Bosco,
Massimiliano Tonsini, Antonio De Angelis, Simon Edwards,
Enrico Marabelli, Simone Alberghini
Regia: Paul Curran
Scene: Kevin Knight
Costumi: Kevin Knight
Orchestra: Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Direttore: Roberto Polastri