Milenkovic l’antidivo
Il violinista serbo ha suonato ad Ancona insieme alla FORM diretta da Alessandro Bonato per gli Amici della Musica di Ancona
Torna ad entusiasmare il pubblico anconetano il talento di Stefan Milenkovic, ospite della stagione concertistica della Società “Amici della Musica Guido Michelli”, in un appuntamento in collaborazione con la FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Alessandro Bonato.
Già protagonista di un memorabile concerto di una decina di anni fa in cui aveva presentato le Quattro stagioni di Piazzolla accostandole a quelle vivaldiane, Milenkovic non ha perso la sua carica comunicativa e sua spontaneità, già apprezzate allora, e in mattinata ha incontrato gli studenti del liceo musicale di Ancona, suonando per loro e dialogando con affabilità non solo sugli aspetti psicologici connessi al percorso di studi musicale, ma anche sulle tecniche di studio e sulla prassi esecutiva.
In serata la stessa carica di simpatia ha indotto il violinista a scherzare con il pubblico e ad invitarlo nel foyer, durante la pausa, per chi avesse voluto stringergli la mano.
In programma il Secondo Concerto di Paganini, eseguito con tecnica impeccabile e con profonda musicalità, capace di cogliere tutte le anime della scrittura paganiniana, da quella virtuosistica e protesa alla ricerca di timbri inediti dei tempi veloci, al profondo lirismo del secondo movimento; una musicalità che si è espressa anche nell’ Allemanda dalla Seconda Partita di Bach presentata come bis, eseguita con una mobilità agogica forse non accettabile per i sostenitori della prassi esecutiva antica, ma talmente espressiva e ricca da far dimenticare ogni esigenza di rigore filologico. Secondo bis il Recitativo e Scherzo di Fritz Kreisler, affrontato con piglio drammatico che ha ricordato il recitativo operistico.
Il Concerto di Paganini è stato incorniciato da due brani meno noti, l’Ouverture dalla Vestale di Spontini, omaggio ai 250 dalla nascita del compositore, e la Sinfonia in do maggiore di Bizet. Bonato ha diretto la compagine marchigiana, che tra l’altro ha salutato proprio il giorno precedente come nuovo direttore artistico l’oboista Francesco Di Rosa, con sicurezza e professionalità, ottenendo per questa orchestra una delle prove meglio riuscite di questa stagione sinfonica. Bello l’amalgama degli archi, notevoli la cura per gli equilibri sonori tra le sezioni e l’ attenzione per i piani dinamici, la vitalità ritmica nei tempi veloci e l’ espressiva cantabilità dei tempi lenti: splendido il fraseggio degli archi , ad esempio, per l’andante della Sinfonia di Bizet, lavoro giovanile del compositore francese, composto quando era ancora studente della classe di composizione di Charles Gounod, e che nonostante alcune evidenti influenze del maestro ha una sua originalità e piacevolezza.
In Spontini Bonato ha messo in evidenza la magniloquenza del tono, a cominciare dai tre solidi accordi di apertura, poi ripresi ciclicamente nel corso dello sviluppo musicale, caratterizzato dalla presenza di ribattuti molto veloci e di una complessa scrittura ritmica, ma senza appesantimenti e vetusta retorica: lo stacco agile del tempo ha reso l’esecuzione comunque scorrevole e seducente.
Numeroso il pubblico presente in sala, giustamente entusiasta per il talento dei due protagonisti di questo concerto.
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