Madrid per Britten

Gloriana con Anna Caterina Antonacci e la direzione di Bolton al Teatro Real

Anna Caterina Antonacci (foto Javier del Real | Teatro Real)
Anna Caterina Antonacci (foto Javier del Real | Teatro Real)
Recensione
classica
Teatro Real di Madrid
Gloriana di Britten
12 Aprile 2018 - 24 Aprile 2018

Con l’allestimento di Gloriana, forse uno dei titoli meno eseguiti di Britten, prosegue al Teatro Real di Madrid, l’omaggio che la gestione Matabosch/Bolton sta tributando, in queste ultime stagioni al compositore inglese, dopo Death in Venice Billy Bud degli anni scorsi. L’opera che fu commissionata a Britten per celebrare, nel 1953, l’incoronazione di Elisabetta II, all’epoca si rivelò un fiasco soprattutto negli ambienti conservatori, che considerarono inopportuna per una celebrazione l’immagine, ai loro occhi poco gloriosa, di una regnante titubante, volubile, piena di incertezze, anche nelle vesti dimesse di un’anziana vista  nell’intimità, scarmigliata e senza orpelli. 

E’ sicuramente la direzione musicale di Ivor Bolton uno dei punti forti di questo allestimento madrileno, possiamo dire senza tema che il direttore inglese si è dimostrato ancora una volta un più che attento e scrupoloso interprete di Britten: si avverte nel suo gesto e nel suo approccio alla scrittura di questo compositore una passione ed una conoscenza estremamente approfondita. Perfettamente calibrato l’equilibrio fonico tra voci e orchestra, la conduzione dei concertati, lo stile nell’incedere arcaicizzante nelle danze, il colore e il timbro delle voci strumentali, così l’enfasi nelle espansioni liriche dell’orchestra a integrare un canto, spesso asciutto, tra l’arioso e il declamato, di quest’opera. 

Una volta tanto la regia si attiene scrupolosamente al contesto storico, pregevoli i costumi e la gestione dell’azione; la sobrietà impera nelle scelte cromatiche, raffinato il contesto simbolico e di riferimenti e il tema della solitudine del potere è quello che alla fine emerge prepotentemente.

Eccellente la numerosa compagnia di canto, con la Antonacci, protagonista, padrona della scena, per presenza, sensibilità, ottima come attrice, assai efficaci sono risultati il Conte di Essex di Leonardo Capalbo, la Frances di Paula Murrihy, la Penelope di Sophie Bevan e il Raleigh di David Soar; così come l’onnipresente coro del Real e i suoi piccoli cantori. Spettacolo riuscitissimo che getta una luce preziosa su questo lavoro a torto misconosciuto per decenni, salutato con successo dal pubblico di Madrid.

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