Madama Butterfly, la prima donna di Jesi

L'opera di Puccini ha inaugurato la stagione lirica del Teatro G.B. Pergolesi di Jesi

Butterfly - Jesi
Recensione
classica
Jesi, Teatro Pergolesi
Madama Butterfly
18 Ottobre 2019

Teatro gremito per la serata inaugurale della stagione lirica del Teatro Pergolesi di Jesi, con la prima delle tre opere dedicate alla figura della donna, Madama Butterfly. Per la verità non proprio serata d’apertura, in quanto preceduta dall’anteprima riservata ai giovani e alle scuole, secondo un progetto di educazione all’opera lirica portato avanti da anni dalla Fondazione Pergolesi Spontini. 

A Jesi la scelta è tra Butterfly, Carmen e Turandot

Un nuovo allestimento, in coproduzione con Teatro Comunale di Treviso e Teatro Comunale di Ferrara, curato da Matteo Mazzoni per la regia, Benito Leonori per le scene e Patricia Toffolutti per i bei costumi, che ha voluto ricreare fedelmente l’ambientazione esotica anche se, come spiega il regista, in modo non oggettivo, quanto piuttosto astratto e visionario, e quindi falso, proprio come falso e menzognero è l’amore proclamato da Pinkerton. Tutto è quindi giocato su questa prospettiva, dai personaggi giapponesi in scena che non mostrano il loro vero volto ma che indossano le maschere del teatro Noh; fino al foglio di quaderno proiettato sullo sfondo in cui gradualmente compare come in una storia raccontata la nave tanto attesa, ma che rivelerà alla giovanissima Butterfly le proprie illusioni in tutta la loro crudezza. La scenografia, nella sua semplicità, è stata molto efficace nel rievocare il mondo esteriore, e interiore, della protagonista: solo dei pannelli sullo sfondo, disposti con angolazioni diverse, per fungere da supporto alle videoproiezioni di volta in volta a tema con il filo conduttore dei dialoghi (il mare, luogo mistico dei sogni e dei peggiori incubi per la cultura nipponica; la bandiera americana; i fiori di pesco; e una poeticissima notte di stelle cadenti ad accompagnare l’attesa della geisha).

Butterfly - Jesi

Butterfly è stata Silvia Pantani, un po’ timida nei declamati del primo atto, poco timbrati nel registro più grave, ma che poi è entrata sempre più nel personaggio regalando al pubblico momenti di grande commozione, grazie ad una interpretazione molto sentita e partecipe. Francesco Fortes è stato Pinkerton, reso con voce di gran volume, capace di sovrastare in maniera netta anche il tutti dell’orchestra. Applausi anche per la Suzuki di Ilaria Ribezzi e per lo Sharpless di Italo Proferisce, così come per gli altri interpreti. Sul podio della FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana David Crescenzi, direttore di origini marchigiane, molto attivo nei paesi dell’Europa dell’Est, in Germania e al Cairo, dove ha il merito di dirigere quasi tutto il repertorio lirico italiano. 

Butterfly - Jesi

 

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