Lulu senza veli

Il teatro Capitole di Tolosa apre a "Lulu" di Alban Berg. E il regista Pet Halmen provoca. C'è molto erotismo in questa produzione dove il nudo è esibito con disinvoltura grazie alla prestanza del soprano americano Marisol Montalvo. Un cast d'eccezione e l'orchestra stabile sempre solida assicurano un grande successo.

Recensione
classica
Théâtre du Capitole Tolosa
Alban Berg
31 Gennaio 2003
Gli attributi ci sono tutti. Quelli femminili ovviamente, ma anche quelli maschili. Un deretano orgogliosamente mostrato, seni al vento, pene e pube Insomma, non manca nulla. Non c'è che dire Pet Halmen gioca hard in questa regia di "Lulu" proposta al pubblico, solitamente convenzionale, di Tolosa. L'opera "incompiuta" di Berg va in scena in uno dei templi del wagnerismo in Francia, dove in genere il padrone di casa Nicolas Joël propone messinscene che non turbano. Il rumeno (berlinese di formazione, e si vede) Halmen scegle un'altra strada, approfittando soprattutto delle forme dell'eroina eponima, l'americana Marisol Montalvo, a quanto pare estremamente a suo agio in pose hosé. Dotata di un corpo prestante, la Montalvo ha una voce leggera. Chi ha in mente una Lulu scura, devastante e ruggente come una leonessa in gabbia, non può che restare deluso. Ma è una questione di stile. Tecnica e bellezza di timbro non mancano. Eccelle Wolfgang Schöne. Comunque, a ben vedere, l'intera troupe si rivela assai convincente, non tradendo alcuna crepa. L'austriaco (e spesso in Italia) Günter Neuhold è uno specialista del teatro wagneriano. Sa tessere tele di grandi proporzioni, mostrandosi capace di visioni d'insieme. La partitura è resa con tensione, grazie alla sempre ottima orchestra del Capitole, senza dubbio una della migliori di Francia. Peccato che l'architettura a grandi gettate di Neuhold sia stata spezzata da due intervalli particolarmente lunghi: la mondanità ci ha guadagnato a discapito dell'economia musicale. Due elementi scenici avevano senza dubbio l'ambizione di creare una continuità nello spettacolo: una gigantesca testa vivisezionata da cui fuoriuscivano personaggi e oggetti, forse un'allusione alla psicanalisi freudiana, strettamente connessa al sesso; e una riproduzione del quadro di Gustave Courbet "L'origine del mondo" (1866), che altro non è che una vagina. Con questa "Lulu" a luci rosse, il Capitole entra nel vivo della produzione del 2003. Quest'anno sarà pure la conclusione del ciclo del "Ring". E dall'anno prossimo, importanti lavori di ristrutturazione obbligheranno il teatro a chiudere.

Interpreti: Marisol Montalvo, Lulu; Katharine Goeldner, Gräfin Geschwitz; Wolfgang Schöne, Dr Schön/Jack; Richard Decker, Alwa; Gilles Ragon, Der Maler/der Neger; Franz Mazura, Schigolch; Robert Bork, Ein Professor/Ein Athlet; Peter Wimberger, Der Medizinalrat/der Bankier; Christian Jean, Der Prinz/Erste Kammerdiener/Der Marquis; Cécile Galois, Eine Theatergarderobiere/eine Kunstgewerblerin; Delphine Haidan, Ein Gymnasiast/ein Groom; Carlos Feller, Der Theaterdirektor

Regia: Pet Halmen

Scene: Pet Halmen

Costumi: Pet Halmen

Orchestra: Orchestre national du Capitol

Direttore: Günter Neuhold

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