L’intensità comunicativa di Lucchesini
Andrea Lucchesini per la Società del Quartetto di Milano ha proposto pagine di Schumann, Chopin e una novità assoluta di Vacchi
Senza alcun dubbio la serata con Andrea Lucchesini alla Società del Quartetto di Milano è di quelle che non si dimenticano. Il pianista toscano, oltre a essere un interprete di prima grandezza, è quanto di più lontano dal cliché del divo eppure è dotato di una capacità comunicativa fuori dal comune. Forse è il non aver mai abbandonato l'insegnamento che lo spinge al confronto continuo, ai ripensamenti, ai dubbi, al rimettersi in gioco, senza mai dimenticare il piacere del bel suono. In apertura del concerto Lucchesini ha proposto la Fantasia op. 17 di Schumann e ne ha evocato il caos, l'ordine, i sogni con impressionante naturalezza. Dal febbrile primo movimento al meraviglioso inno alla notte del finale la tensione è stata continua e non ha lasciato tregua all'ascoltatore. Come secondo brano la novità assoluta di Fabio Vacchi Novelletta VII, titolo che dichiara l'omaggio a Schumann a cui si è stato giustamente accostato. Il brano a forma di rondò ha un impianto atonale, ma è quanto di più lontano dal formalismo astratto e dai vezzi delle avanguardie storiche perché sollecita di continuo la curiosità con una imprevedibile struttura circolare e chiarezza bachiana. Lucchesini, che di Vacchi ha già eseguito le due sonate per pianoforte, ne è di fatto l'interprete ideale. Al termine una calorosa accoglienza da parte del pubblico al compositore.
Nella seconda parte del concerto i Ventiquattro preludi op, 28 di Chopin, che guarda caso anche loro nascondono un tributo a Bach con ogni tono maggiore seguito dal suo tono minore, a riprova di quanto Lucchesini abbia studiato l'impaginazione della serata. Detto questo, la sua interpretazione ha esaltato ogni passaggio, anche i più frenetici, con assoluto controllo come le sospese meditazioni che di continuo disorientano e emozionano.
Al termine interminabili applausi al pianista, che ha regalato come bis un Impromtu di Schubert e un Notturno di Chopin. E tra i commenti spartiti fra il pubblico la speranza che Lucchesini, in quanto considerato il pianista italiano più significativo del momento, si faccia ascoltare più spesso.
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