L'inquietudine di Solbiati

Fons eseguita in prima a Bolzano, Trento e Ortisei

Recensione
classica
Orchestra Haydn Trento
29 Febbraio 2012
È l'inquietudine la materia con cui è scritto Fons, il brano per pianoforte ed orchestra commissionato dall'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento ad Alessandro Solbiati, eseguito in prima assoluta in questi giorni in Trentino Alto-Adige per la direzione di Daniele Giorgi. Tredici minuti di musica che raccontano il turbamento interiore che coglie ciascuno di noi quando una domanda fatale non trova risposta. Lo spunto per Solbiati è extra-musicale, come generalmente accade per le sue opere, e nasce in questo caso tra le pagine dei Fratelli Karamazov di Dostoevskij («E tu con lui? Anche tu?» chiede tragicamente Alëša a Ivan). Ciò che conta per il compositore è però essenzialmente la narratività della fonte, cioè la sua trama interiore, quella che spaventa gli archi a nascondersi nel registro più acuto in tremoli trilli ed armonici, quella che fa sbottare i fiati con brevi e violenti incisi, che fa tuonare le percussioni, quella che rincorre il pianista lungo la tastiera – parte in cui Emanuela Piemonti dimostra una grande padronanza dello strumento. Ed è proprio il pianoforte che pone la domanda, solitario, all'inizio del brano, ma poi l'inquietudine gli soffoca la voce, effetto ottenuto tramite la preparazione con sacchetti di sabbia. Il titolo, Fons, è la fiducia di trovare una risposta alla domanda, è quella fonte luminosa a cui si cerca di tendere e che appare alcune volte nel culmine di un ansioso frastuono, richiamata dal glockenspiel e dall'arpa. Una calma purtroppo ancora incerta. Mentre il brano termina nel buio del registro grave, in una sorta di eco interrotta, si costruisce l'attesa di un seguito, come anticipa lo stesso Solbiati, un secondo brano gemello in cui momenti sarcastici e squillanti rintocchi porteranno al fine alla soluzione in un estremo incanto.

Interpreti: Emanuela Piemonti, pianoforte

Orchestra: Haydn di Bolzano e Trento

Direttore: Daniele Giorgi

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