Quando irrompe in scena, la cattura e da quel momento ne è il mattatore indiscusso. José Cura torna a vestire i panni dell’Otello di Verdi con la maturità della mezza età, regalandone un’interpretazione intensa e sofferta, che ben sa alternare potenza d’espressione e delicato travaglio interiore. Appare solo un po’ sforzato quando calca sulle note più alte peccando per generosità. L’intesa è perfetta con Cinzia Forte che disegna una Desdemona innocente e pura, con una voce soave che ben si addice al ruolo e che dimostra studio delle raffinatezze e agilità richieste dalla parte. Il baritono francese Pierre-Yves Privot nella parte di Jago è invece, più che contrapposto alla figura del Moro, pure nell’aspetto, come immaginato da Verdi e Boito, assai somigliante ad Otello, solo che accecato della gelosia del potere e non dell’amore. Il pubblico ha apprezzato in ogni caso, le doti vocali di Pruvot. Nel cast inoltre Giulio Pelligra è un Cassio dalla voce non potente ma sufficiente; Alexise Yerna gioca Emilia con classe; Papuna Tchuradze è un po’ sprecato per la parte di Roderigo. Quanto all’allestimento, prodotto dall’Opera di Liegi nel 2011, con qualche trovata divertente, come il vascello nell’acquario in primo piano, trovate che sono il segno distintivo di tutti i lavori di Stefano Mazzonis, continua ad essere apprezzabile per scene e costimi curati, malgrado il coro vi si faccia muovere in un modo ormai datato e non basta fare entrare i protagonisti in carrellino per modernizzare i movimenti. Si tratta infine dell’ultimo lavoro del maestro Arrivabeni come direttore musicale dell’Opera di Liegi, posto che lascia a Speranza Scappucci. Arrivabeni ha saputo far rendere all’Orchestra di Liegi tutta la raffinatezza musicale che caratterizza la penultima opera di Verdi.
Interpreti: José Cura (Otello), Cinzia Forte (Desdemona), Pierre-Yves Pruvot (Iago), Giulio Pelligra (Cassio), Alexise Yerna (Emilia), Roger Joakim (Lodovico), Papuna Tchuradze (Roderigo), Patrick Delcour (Montano), Marc Tissons (Araldo)
Regia: Stefano Mazzonis di Pralafera
Scene: Carlo Sala
Costumi: Fernand Ruiz
Orchestra: Opéra Royal de Wallonie-Liège
Direttore: Paolo Arrivabeni
Coro: Opéra Royal de Wallonie-Liège
Maestro Coro: Pierre Iodice
Luci: Franco Marri