L'enigma di Turandot

Napoli: l'opera si conclude con il funerale di Liù

Recensione
classica
Teatro di San Carlo Napoli
Giacomo Puccini
21 Marzo 2015
Dopo un Tristano ed Isotta di speciale magnetismo teatrale, la Turandot vista sabato al San Carlo alla prima è un ennesimo fiore all'occhiello di un teatro che, seppur attualmente senza una guida, ha puntato sulla qualità degli interpreti e su di un regista napoletano di profonda personalità poetica, Roberto De Simone. Il direttore Juraj Valčuha, insieme a Marco Faelli maestro del coro e Stefania Rinaldi per le voci bianche, veste di lirismo e poesia l'orchestra del teatro e la buona compagnia capitanata da Jennifer Wilson - Turandot, per mettere in scena l'opera/fiaba incompiuta di Puccini. Si conclude poco dopo la morte di Liú, senza il tradizionale duetto realizzato da Alfano su appunti di Puccini o il finale dello stesso De Simone, bloccato dall'editore. Si interrompe quindi sul nodo cruciale del dramma, la trasformazione della principessa Turandot, algida e sanguinaria, in una donna innamorata, che Puccini cercò invano di risolvere. De Simone è grande interlocutore di musiche intrise di misteri e drammaticità oscure - sente sue le allegorie del bene e del male, la luna, ben evidenziando la loro geografia poetica orientale. Ripresa da Mariano Bauduin, questa regia del 2009, rifulge con scrupolo i tanti movimenti di ritmi binari, ternari che fratturano lo scorrere del tempo e le inverse distensioni ritmiche delle arie, seguendo costantemente i grumi tematici musicali dell'opera. Il tutto si svolge come da didascalia alle porte della città imperiale, il palazzo, labirinti di misteri, sopra e sotto una grande scalinata su cui si sviluppano simbolicamente gli enigmi. I costumi esaltano le ambientazioni ed i colori di atteso immaginario orientale. La cura dei particolari ed i simbolismi sono costanti - mentre il popolo chiede la grazia alla principessa (Atto I) uomini con teste mozzate, i fantasmi dei principi vinti dagli enigmi, camminano oscillando avanti indietro sulla scena, il risultato è tetro e geniale. La luna, compare solo al terzo atto, illumina pallidamente uno spettacolo di morte, di pura freddezza. Chiara e ben organizzata la scena degli enigmi, "Straniero ascolta" le intenzioni di Turandot, l'orgoglio e rifiuto di alcun unione amorosa, canta bene la Wilson qui ma senza mai eccellere in tutta l'opera. Di classe il trio delle maschere, Enrico Marrucci Ping, Cristiano Olivieri Pang, Massimiliano Chiarolla Pong - che esorcizzano con ironia la sofferenza del dramma all'inizio del secondo atto. Valčuha dirige sempre con sapiente vigore dosando gli equilibri tra momenti lirici e scatti ritmici, il resto lo fanno i cantanti e sopratutto il coro. Quest'ultimo sin dall'inizio, vestito da regale esercito Ming, punta su di una quantità di sfumature che esaltano la sua importanza, la sua dualità prima crudele poi misericordioso, e le scene corali che lo vedono fulcro sono sempre incisive ed incalzanti "... dove regna Turandot". Insieme soave e delicato il coro di bambini che prepara l'entrata di Turandot in scena "Là, sui monti dell’est". L'espiazione di Liù porterà il principe ad esorcizzare il demone di Turandot che è triplice: speranza, sangue e luna - le tre facce del mistero. L'eccellente interpretazione di Eleonora Buratto Liú, quasi pone in ombra la protagonista, un puro soprano lirico - un timbro da brividi. Bravo anche Marcello Giordani Calaf, che non fugge o si affretta all'acclamatissimo "Nessun dorma" - è applausi a scena aperta. Questa produzione infine evidenzia una Turandot che sorprendentemente prescinde finanche dagli schemi di relazione dominio/potere coloniale, Oriente-Occidente figurati nel Novecento dal celebre saggio "Orientalismo" di Said.

Interpreti: Turandot Jennifer Wilson, Altoum Bruno Lazzaretti, Timur Riccardo Zanellato, Calaf Marcello Giordani, Liù Eleonora Buratto, Ping Enrico Marrucci, Pang Cristiano Olivieri, Pong Massimiliano Chiarolla, un mandarino Ventseslav Anastasov, Il principe di Persia Giuseppe Valentino, il Boia Simone d'Acunto, due ancelle Antonella Sdoia e Annamaria Napolitano, Principessa Lou Ling maria Pia Brunone

Regia: Roberto De Simone - ripresa da Mariano Bauduin

Scene: Nicola Rubertelli

Costumi: Odette Nicoletti

Corpo di Ballo: del teatro di San Carlo

Orchestra: del teatro di San Carlo

Direttore: Juraj Valčuha

Coro: del teatro di San Carlo

Maestro Coro: Marco Faelli - Stefania Rinaldi Maestro del coro di voci bianche

Luci: Giuseppe Perrella

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