Le tre età di Attila
Il nuovo allestimento del Theater an der Wien non convince del tutto
Recensione
classica
Il pubblico non è rimasto del tutto convinto dal nuovo allestimento verdiano del Theater an der Wien. Ma era d’altronde prevedibile; le regie di Konwitschny a Vienna fanno sempre questo effetto. Nel raccontare "Attila", il regista tedesco sovrappone al libretto una drammaturgia tripartita. Le prime quattro scene mostrano unni e romani in una storta di stadio infantile. Sono bambini spacconi che vogliono giocare a fare la guerra con armi improvvisate, pentole, cucchiai di legno e spazzoloni. Una vena ironica pervade tutta la lettura dell’opera, quasi nulla sembrerebbe preso sul serio. Eppure il tema di fondo che Konwitschny sovrappone all’opera, la constatazione che l’umanità raramente impara dalla storia, è tutt’altro che una futilità. Nella quinta e sesta scena arrivano le prime proteste e dispute del pubblico - con urla del tipo “sperperatasse” e “chiamate la polizia” - che purtroppo non esita a fischiare a scena aperta anche uno dei cantanti. Unni e romani ora sono adulti, ma ancora dominati da atteggiamenti infantili. (E il pubblico urlante, viene da chiedersi?) L’ultima scena mostra infine i protagonisti infermi e canuti in sedia a rotelle. Nonostante ciò continuano i loro inutili conflitti come se il tempo si fosse fermato. Si vogliano o meno accettare i postulati estetici del cosiddetto ‘teatro di regia’ di stampo tedesco, l’idea cioè che le opere del passato vadano attualizzate in fase di regia, i problemi più vistosi della produzione risiedono tuttavia altrove, con scelte di cast non azzeccate per almeno due delle parti principali (Odabella e Foresto). Totalmente adeguati invece l’Attila di Belosselsky e gli accompagnamenti dilatati e trasparenti e le suggestive atmosfere orchestrali della RSO diretta da Frizza.
Interpreti: Dimitry Belosselsky George Petean Lucrecia Garcia Nikolai Schukoff Andrew Owens Stefan Cerny
Regia: Peter Konwitschny
Scene: Johannes Leiacker
Orchestra: ORF Radio-Symphonieorchester Wien
Direttore: Riccardo Frizza
Coro: Arnold Schoenberg Chor / Gumpoldskirchner Spatz en
Maestro Coro: Erwin Ortner / Elisabeth Ziegler
Luci: Manfred Voss
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento