Le molte vite di Violetta
Un nuovo allestimento di Traviata, in coproduzione con la coreana Daegu Opera House e IMG Artists, inaugura il 20 settembre la stagione del Teatro delle Muse di Ancona
Di fronte all'ennesima Traviata molti registi avrebbero optato per una lettura attualizzante, o per un'interpretazione comunque inedita e originale. Stefania Panighini, che ha curato l'allestimento dell'opera verdiana al Teatro delle Muse di Ancona, no. La sua ricerca non si è orientata verso una nuova ambientazione o verso significati secondi che più o meno forzatamente possono scaturire dal libretto di Piave. E' andata invece dentro il personaggio, in un viaggio introspettivo all'interno dell'animo che disvelava tutto lo spessore di Violetta, le emozioni, i desideri, i sogni svaniti, il suo essere in bilico tra amore e libertà, tra vita e morte. L'animo della protagonista si è concretizzato in una bambina, simbolo della sua purezza, che nel dispiegarsi della storia si è mutata in adolescente e poi in donna; queste presenze affiancavano la protagonista risvegliandosi nei momenti di solitudine e di confronto con se stessa, traducendo con i gesti e la corporeità i turbamenti dello spirito. Unica forzatura, forse, l'immagine della maternità che accompagnava Violetta nell'ultimo atto, frutto della fantasia della regista.
Nessuna sfasatura temporale, resa evidente dai bei costumi ottocenteschi disegnati da Veronica Pattuelli che specie nelle scene di insieme hanno contribuito a creare splendidi equilibri di forme e colori. L'intimismo della regia ben si è sposato con l'essenzialità delle scene, ideate da Andrea De Micheli e costruite su un elemento centrale che si prestava a funzioni diverse (da centro della festa, a luogo della intimità domestica, a tavolo da gioco, a letto di morte).
Violetta è stata una intensa Francesca Sassu, che ha ben saputo affrontare la diversità dei profili vocali del personaggio; Alfredo il coreano Jay Kwon, formatosi all'Accademia del Teatro alla Scala, che sfoggiava una perfetta dizione italiana; Germont padre infine è stato interpretato dalla imponente e duttile voce di Angelo Veccia. Bene anche gli altri interpreti, così come il Coro Lirico Marchigiano "V. Bellini" diretto da Davide Dellisanti. La direzione musicale è stata affidata al giovane Andrea Sanguineti, al suo primo Verdi in Italia, sul podio della Orchestra Sinfonica "G. Rossini". L'allestimento è in coproduzione con la coreana Daegu Opera House e IMG Artists.
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