Le arie dell'Hidalgo

Omaggio per i 400 anni dalla nascita del compositore spagnolo al Teatro de la Zarzuela

Recensione
classica
Teatro de la Zarzuela, Madrid, Spagna
14 Maggio 2014
Juan Hidalgo (1614-1685) è una figura importante nella storia della musica spagnola, se non altro perché sue sono le musiche che accompagnavano i testi di Calderón de la Barca nei primi esempi di opera in lingua spagnola che ci sono pervenuti. Il Teatro de la Zarzuela di Madrid ha pensato di rendere un omaggio a questo compositore non riproponendo una di quelle antiche zarzuele barocche, ma creando uno spettacolo nuovo a partire da un florilegio di arie («tonos» nella terminologia dell’epoca) alternate da brani strumentali dei migliori esponenti della scuola barocca spagnola, in particolare dei chitarristi Francisco Guerau, Gaspar Sanz e Santiago de Murcia. A fare da filo conduttore dello spettacolo è il tema dell’amore, declinato nelle due forme, spesso coincidenti in retorici paradossi barocchi, dell’amore profano e dell’amor sacro, da cui deriva il titolo della produzione «De lo humano…y divino». La piena riuscita e il successo di quest’operazione si devono in primo luogo all’interesse delle musiche di Hidalgo che, pur accomunate dalla semplice struttura di strofa e ritornello, sono ritmicamente molto varie e, in particolare nei brani lenti, molto toccanti. Gran merito va anche all’impianto scenico di Alfons Flores, una grande pala d’altare, un retablo, nei cui scomparti erano collocati i musicisti e i cantanti, e alla messa in scena curata da Juan Antón Rechi che non impone una drammaturgia narrativa, ma si limita a contrappuntare con allegoriche coreografie i singoli stati d’animo cantati dalla musica. Molto convincenti i tre i cantanti in scena, su cui svettava però il controtenore Carlos Mena, anche artefice della selezione delle musiche e di alcuni arrangiamenti, accompagnati splendidamente dall’ensemble di strumenti d’epoca Capilla Santa María.

Interpreti: Alicia Amo, soprano Carlos Mena, controtenore José Antonio, López barítono

Regia: Joan Anton Rechi

Scene: Alfons Flores

Orchestra: Capilla Santa María

Direttore: Carlos Mena

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Torino: inaugurazione di stagione con Le nozze di Figaro

classica

Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento