The last tour
Roma: l'ultimo concerto dell'Hilliard Ensemble
Recensione
classica
Tutto esaurito alla Sapienza per l’ultimo concerto a Roma, nella stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti, dell’Hilliard Ensemble. Quarant’anni esatti dopo la sua fondazione ad opera di Paul Hillier, il celebre complesso vocale di musica antica (quasi sempre contaminata con repertorio contemporaneo) ha confermato la fusione delicata e armoniosa di voci che sembrano eternamente quelle dei ragazzi del college, senza alcun cedimento né agli eccessi della prassi esecutiva più intransigente né alle facili lusinghe della world music. Brani del compositore estone Arvo Pärt si incatenavano ai sublimi mottetti a cappella di Johann Sebastian Bach (BWV 225-229 e Ich lasse dich nich Anh.159). Ai quattro membri storici del gruppo (il solo rimasto della prima formazione è David James, al quale si affiancano da anni Rogers Covey-Crump, Steven Harrold e Gordon Jones) si sono uniti per l’occasione Monika Mauch, Claudia Reinhard, David Gould e Robert Macdonald – indispensabili per creare l’effetto di doppio coro nei brani di Bach. Alternati a celebri capolavori come Komm, Jesu, Komm o Jesu, meine Freude, che esaltavano il virtuosismo e la precisione tecnica del gruppo, i brani di Pärt hanno come sempre ottenuto un profondo effetto di coinvolgimento emotivo quasi ipnotico: Summa, And One of the Pharisees, Salmi slavi e soprattutto il breve ma intenso Most Holy Mother of God, composto da Pärt per una esecuzione speciale da parte degli Hilliard durante una laurea honoris causa da lui ricevuta alla Durham University nel 2003. Il pubblico ha lasciato la sala con la consapevolezza di aver vissuto un momento storico, l’addio di un piccolo mito musicale del nostro tempo, che ha forse più di tutti indicato la giusta direzione nel cammino congiunto di antico e contemporaneo.
Note: Foto di Damiano Rosa
Interpreti: HILLIARD ENSEMBLE: Rogers Covey-Crump, Steven Harrold e Gordon Jones con la partecipazione di Monika Mauch, Claudia Reinhard, David Gould e Robert Macdonald
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