Robert Wilson è un sintetico. Pochi dettagli nei costumi (di Jacques Reynaud) per la contestualizzazione storica, accenni ambientali nei pannelli mobili, crea il buio con la luce: tanto illumina ciò che vuole in evidenza da oscurare tutto ciò che vuole nascondere. È un esperimento più o meno gradito, e dal 2013 continua a far discutere sulla liceità o meno di un’operazione – certo esteticamente affascinante – da ‘light designer’, tanto invadente però dell’opera musicale che rischia di accecare l’udito. Vorrebbe un teatro in cui le componenti si coniugano in un’opera d’arte totale fondata su una struttura formale “visiva”, ma, se il teatro d’opera nasce dalla musica, questo è un caso che va contro la realizzazione musicale stessa. Obbliga poi gli interpreti in pose plastiche che idealmente prenderebbero vita con scatti essenziali e netti, ma che non riescono a essere messe in pratica se i cantanti sono soprattutto portatori d’impeti di un’italianità impossibile a trattenersi. Se il risultato è quello di due emisferi (musicale e visivo) non comunicanti tra loro, l’interpretazione musicale basta però a risollevare le sorti della serata. Il timbro brunito di Amarilli Nizza la fa una Lady di grande eloquenza, che delle disomogeneità tra i registri fa strumento retorico e che sfodera – dal vezzo alla graffiante minaccia – un caleidoscopio di espressioni sottilmente calibrate. Si ritrovano più mature le voci maschili di Dario Solari (Macbeth) e Riccardo Zanellato (Banco), così come la direzione di Roberto Abbado, che si distingue per polso e precisione. Anche i cori rilucono di ceselli dinamici, concorrendo insieme alle voci solistiche alla realizzazione di quell’ambiente tragico solo evocato dalle scene di Wilson.
Note: Macbeth, melodramma in quattro atti; libretto di Francesco Maria Piave e Andrea Maffei, musica di Giuseppe Verdi
Interpreti: Macbeth – Dario Solari; Banco – Riccardo Zanellato; Lady Macbeth – Amarilli Nizza; Dama di Lady Macbeth – Marianna Vinci; Macduff – Lorenzo Decaro; Malcolm – Gabriele Mangione; Il medico – Alessandro Svab; Il domestico di Macbeth – Michele Castagnaro; Il sicario – Sandro Pucci; L'araldo – Luca Visani
Regia: Robert Wilson, ripresa da Gianni Marras
Costumi: Jacques Reynaud
Orchestra: Teatro Comunale di Bologna
Direttore: Roberto Abbado
Coro: Teatro Comunale di Bologna
Maestro Coro: Andrea Faidutti
Luci: Aj Weissbard
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento