Da un Bellini all'altro, la regia fa flop. Pure lo svizzero Marco Arturo Marelli tradisce una crassa ignoranza musicale. Un'ignoranza dal duplice senso: indifferenza e analfabetismo. Tutto è leziosamente rassicurante in questa produzione: i fondali dipinti rappresentano vere montagne, nevica e quando Amina allude al "Puro, innocente fiore" le porgono un vero giglio. La scena è trapiantata nella hall di un albergo che sembra citare "La montagna incantata" di Mann. L'unico brivido di modernismo. Per il resto, tutto è pedantemente descrittivo: tanti dettagli inutili quanto confusi e pasticciati. E poi improvvisamente alla fine. Ecco la trovata: Marelli prende il rondò finale come un pezzo da concerto che Amina interpreta davanti ad un pubblico con Elvino che le regala un mazzo di fiori. Un momento gratuito e sconnesso dal resto. Una lettura meta-teatrale già trita e ritrita. E Manelli sente pure il dovere nel programma di sala di farci ingurgitare un polpettone pseudo-psicanalitico sul perché "La sonnambula" non finisce con un duo. E perché dovrebbe? Se avesse aperto qualche partitura, si sarebbe accorto che è assolutamente la prassi per tutta l'opera italiana dell'epoca. Ma come è possibile fare il regista all'Opéra di Parigi e trasudare tanta ignoranza musicale?
La versione musicale ha tentato il riscatto. Michele Pertusi è un Conte Rodolfo ideale: ne possiede lo stile, le note e l'autorevolezza scenica. Bravissimo pure Javier Camarena. Travolta dagli applausi, Nathalie Dessay domina la parte pur essendo malata: i mezzi vocali (e i mitici acuti) restano inauditi. Scandalosamente inadeguata Marie-Adeline Henry.
Evelino Pidò ha confermato la sua fama di specialista del bel canto: l'orchestra respira con i cantanti, offrendoci non pochi momenti di sensualità strumentale.
Note: Nathalie Dessay ha fatto annunciare di essere malata, ma di accettare comunque di cantare.
Interpreti: Michele Pertusi Il Conte Rodolfo
Cornelia Oncioiu (Teresa), Natalie Dessay (Amina), Javier Camarena (Elvino), Marie-Adeline Henry (Lisa), Nahuel Di Pierro (Alessio)
Regia: Marco Arturo Marelli
Scene: Marco Arturo Marelli
Costumi: Dagmar Niefind
Orchestra: Orchestre de l'Opéra national de Paris
Direttore: Evelino Pidò
Luci: Marco Arturo Marelli
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento