La Russia a Ravello

Fedoseyev dirige Cajkovskij

Recensione
classica
Ravello Festival Ravello
02 Settembre 2015
Il Festival di Ravello 2015 regala due belle sorprese. La prima, l’Orchestra Sinfonica Čajkovskij guidata da Vladimir Fedoseyev, direttore storico della formazione russa dal 1974 - orchestra di stato sovietica rinominata "Čajkovskij" dopo la dissoluzione dell'URSS per la cospicua frequentazione del repertorio del celebre compositore di Udmurtia; l'altra, il debutto al belvedere di Villa Rufolo della pianista ucraina, conosciuta ai più come youtube star della musica classica, Valentina Lisitsa. Una serata congeniata alla perfezione: interpreti russi di un programma interamente di musiche di Čajkovskij e Rachmaninov. Fedoseyev la rende ancora più unica eseguendo a sorpresa come un ouverture nell'ouverture una trascrizione strumentale dell'aria di Wolfram dal terzo atto dell'opera Tannhäuser - esplicito omaggio a Wagner ed a questo festival a lui interconnesso. Il suono vellutato dell'arpa iniziale e l'attacco degli archi, stilisticamente rifiniti, conquistano immediatamente il pubblico. Segue il primo brano, la versione per orchestra del Vocalise No. 14 da “14 Canti”, Op. 34 di Rachmaninov. L'orchestra è subito corposa, bene le prime parti e le file degli archi sempre compatte nelle arcate. Certo del mondo della musica russa Fedoseyev se ne intende e si vede. Siamo allineati sulle posizioni occidentaliste di Čajkovskij e dell'ambiente moscovita, Rachmaninov ed il suo eclettismo, tanta densità post romantica. Con la sua esperienza, Fedoseyev incide il suono, costruisce con esattezza senza sbavature ed avvincente gesto melodico l'orchestra totalmente immersa nella partitura per tutto il concerto, ma in particolare nella seconda parte dedicata alla celebre suite strumentale dal balletto "La bella addormentata” (1889) di Čaikovskij, in una versione dello stesso direttore che trasforma la musica in gesto teatrale, anzi di danza. Balletto sinfonico della cui tradizione il compositore russo si può considerare l'iniziatore. Con interpretazione più carnale Fedoseyev restituisce il carattere profondamente salottiero della partitura, cogliendone l'essenza fatale. Tra queste due opere, infine, uno dei concerti per pianoforte capolavoro di Sergej Rachmaninov, il No. 3 in Re minore Op. 30. Si offre in una lettura con caratteristiche spiccate: provocante, lirico, virtuosistico. Valentina Lisitsa è capace di esprimere il pathos in un linguaggio non sempre facilmente decodificabile ed in forme musicali poco rassicuranti seppur nella loro chiara perfezione. Espressiva, al passo con il disteso evolversi della scrittura musicale, trasuda ad ogni cambiamento di tempo pathos artistico. Tiene sempre desta l'attenzione ai più spostamenti ritmici della partitura - il ritmo e la sua verticalità procedono sorvegliatissimi nelle mani della pianista. Nell'insieme a volte però poco calibrata. Il suono? Brillante. Un primo tempo molto sostenuto, e forse più godibile, il secondo meglio riuscito, l'ultimo veloce, leggero quando serve, misterioso fino all'impercettibile - fantastica l'orchestra. Fedoseyev accompagna la pianista spegnendo il suono in raffinatissimi diminuendi. Acclamata da un pubblico in maggioranza internazionale, rientra e regala un grande studio di Liszt da Paganini No. 3 La Campanella. Di certo il virtuosismo evidente, affascina e rapisce. Al belvedere di Villa Rufolo a Ravello, vince infine il godimento complessivo dell’udito e della vista sull'affaccio della meravigliosa costiera amalfitana.

Interpreti: Sinfonica Čajkovskij guidata da Vladimir Fedoseyev, pianoforte Valentina Lisitsa

Orchestra: Orchestra Sinfonica Čajkovskij

Direttore: Vladimir Fedoseyev

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