La volgarità provocatoria e sguaiata di "Mack is coming back" la voleva Heiner Müller, nel suo progetto dei primi anni Settanta di trascrizioni e adattamenti da Shakespeare. Il grande drammaturgo tedesco pensava a una contaminazione tra il "grand guignol" brechtiano e la carneficina elisabettiana. Gabriel Alvarez, e la sua compagnia Théâtre du Galpon / Studio d’Action Théâtrale di Ginevra, ci hanno provocato con le loro streghe/Lady Macbeth (tre di tre), e i loro reggicalze, e le loro cosce e i loro culetti, e il loro trucco da bordello per un'ora e mezza. Un'ora e mezza praticamente tutte cantate ( e davvero bene) dalle tre protagoniste, dal Macbeth mollusco, evirato e burattino (Andrea De Luca), e dalla maîtresse Ecate, dea dell'Ade e grande burattinaia di questa obbligatoria presa del regno a coltellate e rientro all'inferno. Bruno De Franceschi ha composto questa infinita serie di arie alla Weill, e alla Berg a volte, e ha diretto in scena in giacca di lamé da pappone circense la sua orchestrina da kabarett. Quando questi attori completi, capaci di recitare e ballare e cantare, infine, talvolta, si fermavano a recitare qualche parola di Shakespeare-Müller, si tirava il fiato, si capiva il senso di questa umiliazione collettiva. Ma finiva presto, e la "macchina infernale" (avrebbe detto Jean Cocteau) ripartiva, sessualmente sfrontata e ubriaca e impotente. Se vogliamo, il senso è (e lo dice infernale infernale Ecate): il destino degli umani è fatto dalle circostanze, e le circostanze le hanno decise altri; a noi non resta che recitare la nostra rovina.
Interpreti: Amina Amici, Clara Brancorsini, Blandine Costaz, Andrea De Luca, Maria de la Paz,
regia Gabriel Alvarez
musiche composte da Bruno De Franceschi
Orchestra: Cosimo Romagnoli (violoncello), Filippo Fanò (pianoforte) Azusa Onishi (violino), Giacomo Poggiani (clarinetto), Andrea Angeloni (trombone), Leonardo Ramadori (percussioni)
Direttore: Bruno De Franceschi
Coro: Coralie Quellier, Claire De Montiel, Laurëne Huet, Pènèlope Mason, Igor Chernov