Gilda. Turchina, candida, eroina archetipo di purezza assoluta. Lettura naturale, d’altro canto suggerita da un testo che la isola ed eleva da un contesto di prepotente leggerezza, quella del Duca di Mantova, di sordida vigliaccheria, quella dei cortigiani, di violenza – per quanto dettata da ragioni d’amore – di Rigoletto.
Eppure a questo inequivocabile equilibrio di caratteri, Cristina Mazzavillani Muti riesce a dare un tocco personale, di dichiarata ispirazione vermeeriana, capace di estrarre e astrarre dal buio materiale e simbolico del suo Rigoletto, immerso nella notte, la luce di Gilda, illuminata, come le fanciulle del pittore fiammingo da un unico fascio luminoso.
Ma è quella stessa luce, sapientemente concepita da Vincent Longuemare, quella che a Gilda dona l’espressione del suo carattere, a disegnare addosso alla schiera di principi, buffoni e cortigiani, lasciandoli spesso in semioscurità, l’abito scomodo della loro malvagità.
Se poi la nostra Gilda è affidata alla voce di gran lunga più convincente, quella di Rosa Feola, suggestivamente rilanciata nel Caro nome da quel gioco di riverberi sonori caro a Cristina Mazzavillani Muti, ecco che l’ingresso in scena della sua figura diventa ragione d’attesa per chi, ascoltando, ha dovuto appunto attendere che il Rigoletto di Francesco Landolfi trovasse in corso d’opera la necessaria sicurezza, o che il Duca di Giordano Lucà s’armasse di quella sfrontatezza senza la quale i suoi attesissimi numeri appaiono altrimenti statici e indeboliti. Ma vogliamo senza dubbio dar fiducia a un giovanissimo tenore dalla bella voce, che ritmo avrebbe dovuto forse ricevere da una bacchetta, quella di Nicola Paszkowski, orientata verso un’uniformità retorica che non rende merito alla complessità drammaturgica di Rigoletto.
Interpreti: Il Duca di Mantova Giordano Lucà
Rigoletto, suo buffone di corte Francesco Landolfi
Gilda, di lui figlia Rosa Feola
Sparafucile, bravo Luca Dall’Amico
Maddalena, sua sorella Clara Calanna
Giovanna, custode di Gilda Isabel De Paoli
Il Conte di Monterone Daniel Giulianini
Marullo, cavaliere Donato Di Gioia
Matteo Borsa, cortigiano Giorgio Trucco
Il Conte di Ceprano Claudio Levantino
La Contessa, sua sposa Antonella Carpenito
Paggio della Duchessa Yelizaveta Milovzorova
Regia: Cristina Mazzavillani Muti
Scene: Cristina Mazzavillani Muti e Italo Grassi
Costumi: Alessandro Lai
Orchestra: Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Direttore: Nicola Paszkowski
Coro: Coro Lirico Terre Verdiane di Piacenza
Maestro Coro: Corrado Casati
Luci: Vincent Longuemare