La foresta dantesca di Franceschini

Bolzano inaugura l'ultimo innovativo progetto del giovane compositore trentino

Recensione
classica
Teatro Comunale di Bolzano Bolzano
Matteo Franceschini
17 Aprile 2015
Il giovane compositore trentino Matteo Franceschini regala a Bolzano una prima assoluta al di fuori dell'ordinario che stupisce per la forma, la sostanza e la capacità evocativa. Forèst si presenta come “food opera”, dove parte integrante è una degustazione preparata dallo chef stellato Alessandro Gilmozzi con i sapori del bosco. La proposta nasce quindi ammiccante, in un periodo televisivo che pullula di programmi di cucina e in un Paese che si prepara al tema dell'Expo 2015. Ma la realtà è tutt'altro che scontata o modaiola. La strada su cui ci conduce Franceschini è un'altra, più intima, filosofica, quasi mistica, dove un incontro di arti – teatro, musica, visual design, light disegn, cibo – nutrono la nostra immaginazione. L'idea è intrigante, lo conferma l'eterogeneità del pubblico che vi assiste, e l'esperienza significativa. Chi è il protagonista dell'opera? La foresta, come recita ovviamente il titolo. Ma “forèst” in dialetto trentino (già usato dal compositore nel suo “Gridario” alla Biennale di Venezia nel 2010) significa “straniero” e questa ambiguità nascosta è la chiave di tutto. Gli spettatori (solo 50 a rappresentazione) sono accolti in uno spazio contenuto come un angolo di bosco e condotti per mano da una Guida (il bravo attore Clément Bresson) ad attraversarne le stagioni albero dopo albero, a cogliere la verità della natura attraverso i suoi elementi, ad assaporarne l'essenza attraverso i suoi profumi e sapori, a conoscere i luoghi attraverso i ricordi raccontati nel canto e a scoprirsi, ad un certo punto, figli ingrati, colpevoli ed assassini nei confronti di madre-natura. La trasformazione è veloce ed inevitabile: da consumatori edonisti a cannibali. Solo ritrovando il legame atavico con la foresta possiamo ritrovare noi stessi, la nostra vera essenza, e trasformarci in fruitori consapevoli. Questo è il ruolo dello chef nell'opera: trasformare la natura in cibo e la nostra cena in un rito religioso. La musica che attraversa quest'opera è essenziale ed eterogenea, dall'uso del live electronics ai giochi vocali sulle sillabe sino ad un'aria barocca per soprano. L'unica categoria con cui descrivere il nuovo lavoro di Franceschini è quella di opera d'arte: totale, complessa, evocativa, significativa, nuova.

Note: visula design: Luca Franceschini, Andrea Franceschini; light design: Kévin Briard

Interpreti: Laura Catrani, soprano; Nicholas Isherwood, basso; Clément Breson, attore; Pierre Cussac, fisarmonica; Leo Morello, violoncello; Matteo Franceschini, live electronics

Regia: Volodia Serre

Scene: Mathias Baudry

Costumi: Mathias Baudry

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