La Clemenza di Tate

L'opera di Mozart apre il San Carlo di Napoli

Recensione
classica
Teatro San Carlo Napoli
Wolfgang Amadeus Mozart
27 Gennaio 2010
A tutta prima può sembrare strano che per riaprire il San Carlo dopo due anni di lavori la scelta sia caduta su un titolo così poco d’impatto come la Clemenza di Tito. L’opera mozartiana in realtà ha particolari legami con Napoli: proprio al San Carlo si ebbe nel 1809 la sua prima rappresentazione italiana, con una scenografia firmata da quell’Antonio Niccolini, progettista della facciata e artefice della ricostruzione del teatro dopo l’incendio del 1816. La Clemenza però, nella sua natura celebrativa, è un’opera problematica, che oltretutto richiede cantanti di prim’ordine: si è allestito perciò un cast di rango e si è preparato l’evento con cura. Puntuale è giunta ieri la risposta del pubblico, con un teatro affollato in ogni posto disponibile, che ha salutato alla fine tutti i protagonisti con grande calore. Ronconi — coadiuvato dalle scene essenziali di Margherita Palli — ha puntato su una regia poco invasiva, intesa a scavare le implicazioni intimistiche all’interno delle rigide convenzioni del testo di Metastasio-Mazzolà. A tali intenzioni registiche hanno ben risposto tutti i cantanti. Sugli scudi va Monica Bacelli, voce piccola ma tecnica di gran classe e stile inappuntabile; accanto a lei Teresa Romano, dotata di forte presenza e bel timbro, anche se non sempre adeguatamente controllata nell’emissione; Gregory Kunde, grandeggia nei recitativi ma convince meno nelle agilità e nel registro acuto dove la voce tende a strozzarsi; fra gli altri si segnala l’ottimo Publio di Vito Priante. Sorvolando volentieri sui costumi di Ungaro, la nota più acuta dello spettacolo viene dall’orchestra e da Tate, che con una finissima direzione chiude la sua esperienza al San Carlo, lasciando un’eredità che si spera venga ben amministrata da chi sarà chiamato a sostituirlo.

Interpreti: Gregory Kunde ( Tito), Monica Bacelli ( Sesto), Teresa Romano ( Vitellia), Francesca Russo Ermolli ( Annio), Elena Monti ( Servilia), Vito Priante (Publio)

Regia: Luca Ronconi

Scene: Margheirta Palli

Costumi: Emanuel Ungaro

Direttore: Jeffrey Tate

Maestro Coro: Salvatore Caputo

Luci: A.J. Weissbard

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