Ironica Danae

L'ultimo Strauss alla Deutsche Oper di Berlino

Recensione
classica
Deutsche Oper Berlino
19 Marzo 2011
Per il suo addio alla Deutsche Oper di Berlino, di cui è Intendant, Kirsten Harms ha scelto di mettere in scena l'ultimo lavoro teatrale di Richard Strauss: "Die Liebe der Danae". L'ambientazione borghese è quanto mai convincente, perché la grecità è qui trattata dallo stesso Strauss in modo ironico, ed quasi un pretesto per creare situazioni che di mitico non hanno nulla, a partire i problemi finanziari di Pollux, re di Eos, al quale vengono pignorati tutti i beni. Tra sculture e quadri rappresentanti le imprese amorose di Giove, anche un pianoforte, rovesciato e issato in mezzo alla scena, dove resterà sospeso fino alla fine dell'opera, incombendo sui destini dei protagonisti. Riuscitissime le parti più leggere, legate alla presenza delle quattro regine un tempo amate da Giove che, negli eleganti abiti bianchi di Dorothea Katzer, si scatenano in scaramucce con il re degli Dei. Il tutto attorno a un talamo con il quale evidentemente hanno tutti una certa confidenza. Il momento topico della pioggia d'oro, che avvolge Danae al suo ingresso in scena, è trasformato in una cascata di fogli di musica: e d'altronde i riflessi aurei sono racchiusi soprattutto nell'iridescente partitura straussiana, d'un decorativismo tale da non necessitare quasi di colori o e forme. Buono il cast, capeggiato dalla splendida coppia amorosa Danae - Midas di Manuela Uhl e Matthias Klink. Ottimi anche Mark Duffin e Thomas Blondelle come Pollux e Merkur, mentre lo Jupiter di Mark Delavan è più convincente sul piano scenico che su quello vocale. L'orchestra, diretta da Andrew Litton, affronta con qualche imprecisione la complessa partitura, riuscendo comunque a restituire la varietà di colori e atteggiamenti emotivi voluta da Strauss, e contribuendo al successo dello spettacolo.

Interpreti: Mark Delavan - Jupiter Thomas Blondelle - Merkur Mark Duffin - Pollux Manuela Uhl - Danae Matthias Klink - Midas

Regia: Kirsten Harms

Scene: Bernd Damovsky

Costumi: Dorothea Katzer

Orchestra: Das Orchester der Deutsche Oper Berlin

Direttore: Andrew Litton

Coro: Der Chor der Deutsche Oper Berlin

Luci: Manfred Voss

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