Il suono nordico dell'Osn Rai
Successo per il concerto diretto da Mariotti con il violinista Julian Rachlin
Scompaginando il concerto, partiremo dal fondo. Ovvero dalla Seconda Sinfonia (1902) di Jean Sibelius, autore che - per ragioni non del tutto evidenti a chi scrive - si ascolta singolarmente spesso a Torino, soprattutto in ambito sinfonico. Si badi bene: non il celeberrimo Concerto per violino e orchestra, ma proprio le Sinfonie.
Il talentuoso Michele Mariotti chiamato alla testa dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dimostra con questa sinfonia-fiume (dal sapore wagneriano nel finale, un po’ poema sinfonico, à la Smetana, senza tuttavia averne mai lo slancio) che la compagine ha raggiunto e consolidato, nel corso di questi anni recenti, durante i quali è anche avvenuto un (forse auspicato/bile) ricambio generazionale, un buon affiatamento complessivo e una gran bellezza di suono.
La prima parte della serata ha offerto un grande classico che non smette di affascinare: il Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64 di Felix Mendelssohn.
Julian Rachlin è stato chiamato a sostituire Renaud Capuçon nella "data unica" di giovedì 3 giugno: e non ci si poteva aspettare un violinista migliore di quello prescelto. Rachlin domina la scena in modo assoluto e ha la stoffa dell’autentico fuoriclasse. Il suo Mendelssohn è come ogni ascoltatrice e ascoltatore desidererebbe ascoltare: un autentico piacere per le orecchie. Virtuoso eccelso, Rachlin tende però a rubare un poco la scena a Mariotti e all’orchestra e, forse, si cala un po’ troppo nel ruolo di Konzertmeister tutto solo alla guida.
Per via della normativa Covid-19 la serata è aperta a un pubblico di duecento persone, proposta in diretta su Radio3 e in live streaming su raicultura.it. Le nostre sale da concerto, tuttavia, meritano di essere ripopolate quanto prima da un pubblico chiamato a restituire, prontamente, l’energia rimasta bloccata dopo tanti mesi di chiusure e riaperture. Auspichiamo che i torinesi possano vincere gli indugi e, contrariamente all’abituale rifiuto della musica dal vivo al chiuso nei mesi estivi, tornino in fretta a godere di questi doni che ci vengono offerti.
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