Il flauto artico e l'operina da autoradio

Vincitori e vinti del Prix Italia

Recensione
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Vento del Nord al Prix Italia Il Prix Italia, sessantatreesima edizione, ha invaso i quartieri Rai di Torino: nelle varie giurie c’erano i migliori producer radiofonici europei e occidentali e per una volta si può star certi che nell’ampia rosa dei premiati abbiano trovato posto i migliori prodotti radiotelevisivi del momento. Sepolto vivo nella on demand room, in un pomeriggio psichedelico, mi sono gettato alla caccia compulsiva agli assaggi dei pezzi in concorso. Un programma radiofonico in lingua norvegese e svedese può essere decrittato con il copione tradotto in inglese o francese, ma indubbiamente è la confezione sonora, l’originalità del soggetto, la qualità del montaggio a destare ammirazione. Nella sezione “Radio Musica – Composizione Musicale”, hanno vinto gli svedesi, con la incantevole, rodariana operina del compositore Hans Gefors: “La percezione dell’anima attraverso il divertimento e il gioco”, «opera per autoradio» divertente, ironica, affascinante in cui è alto il tasso di complicità seduttiva e interattiva con l’ascoltatore a-tu-per-tu.
Più documentaristico, ma dal taglio gentile e fiabesco, è pezzo norvegese che ha vinto la sezione “Programma sulla musica”: “Un flauto tra i ghiacci” è ideato scritto e condotto dalla radiogiornalista e flautista barocca Torun Kirby Torbo, che ha voce di fatina nordica; lo spunto è organologico e insieme fantastico: alla fine del Cinquecento l’esploratore olandese Willem Barents (da cui il Mare di) cercava nell’Artico il Passaggio a Nord-Est verso la Cina; naufragò nell’arcipelago di Novaya Zemljia, dove si costruì per sopravvivere una capanna; nel 1871 l’esploratore Elling Carlsen scoprì la capanna e, dentro, l’intatto flauto traverso con cui Barents intratteneva il suo tempo bianco e solitario; quel flauto risuona, proprio autenticamente lui, nel documentario radiofonico, facendoci rabbrividire.
Anche nelle sezioni televisive abbondavano le produzioni musicali: ma non si sono viste particolari creatività di linguaggio: carino (e premiato dalla sezione “Performing Arts”) il “Carnevale degli animali” di Saint-Saëns realizzato da France3, con la regia e le animazioni cartoon di Andy Sommer e Gordon: Myung-Whun Chung è il demiurgo sul podio, e risulta simpatico e telegenico.
E gli italiani? Quasi spariti. La Rai - ancora generosa organizzatrice del Prix - umiliata da anni nei budget e nella creatività dall’occupazione berlusconiana non poteva che scivolare via da un altro territorio di passata eccellenza italiana e Rai, via dal grande talento di ideazione e innovazione del linguaggio radiotelevisivo. A tenere dritta la bandierina tricolore è una produzione speciale del programma “Chiedo asilo” della vivace e agguerrita emittente della Confindustria e del “Sole24Ore”, ovvero Radio 24: nella sezione “Radio Drama” il compositore Gaetano Cappa e il dramaturg Marco Drago hanno scritto un simpatico e vispissimo “Pollycino” ambientato nei nostri giorni di miseria e di sbarchi clandestini. La produzione dell’Istituto Barlumen è brillante e efficace, e riesce a farci sorridere di tristi storie in un tempo triste.


LE CARNAVAL DES ANIMAUX di aletren

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