Il Bach visionario di Bahrami

Grande successo per il pianista iraniano a Bologna nella rassegna estiva Pianofortissimo

Ramin Bahrami (Foto Dino Russo)
Ramin Bahrami (Foto Dino Russo)
Recensione
classica
Bologna, Cortile dell’Archiginnasio
Ramin Bahrami
16 Giugno 2025

Il pianista Ramin Bahrami torna ad esibirsi nella rassegna estiva Pianofortissimo dopo un’assenza durata ben quindici anni. Il programma esalta tutta la sua esperienza da grande interprete bachiano proponendo l’esecuzione delle Sette Toccate per tastiera BWV 910-916

Il suddetto corpus di brani, originariamente non composti come un’opera collettiva, ma successivamente raggruppati in virtù della loro similarità, appartiene al cosiddetto stylus phantasticus, proprio del periodo del primo barocco musicale. Le toccate sarebbero dunque dei pezzi fantasiosi, delle libere divagazioni con l’obiettivo di assuefare l’ascoltatore in un perenne stato di suspence attraverso veri e propri “effetti speciali”: la condotta irregolare delle voci, le numerose dissonanze, le audaci variazioni ritmiche e i ricchi passaggi imitativi. Si tratta, insomma, di uno stile improvvisatorio completamente libero che, riprendendo le parole del grande direttore Ton Koopman, “induce il pubblico, pieno di stupore, a domandarsi: Com'è possibile?”. È lo stesso Bach a evidenziare la libertà esecutiva richiesta e incoraggiata nell’interprete, tanto che nella composizione delle toccate spesso non fornisce alcuna indicazione agogica per determinati movimenti. 

Il pianista iraniano si cala alla perfezione in questo stile, deliziando il pubblico bolognese con un’interpretazione che va ben oltre le sue già notevoli capacità tecniche. Quello di Bahrami è un Bach visionario, a tratti pazzoide, in cui il bianco e il nero si specchiano l’uno nell’altro fino a fondersi in momenti più oscuri e depressi, ma subito ribaltati in aure di tenerezza e d’improvviso divertimento. 

Nella prima parte del concerto, a colpire è soprattutto l’intensità emotiva con cui l’interprete affronta l’impervia Toccata in Mi minore BWV 914, di cui restituisce la ricchezza contrappuntistica della scrittura bachiana grazie a uno strabiliante controllo delle dinamiche e un ritmicamente forsennato scontro dialettico tra le due mani. 

Dopo l’intervallo, la Toccata in Re minore BWV 913 conquista con quell’incipit quasi spettrale e poi meditativo, mentre la Toccata in Re Maggiore BWV 912 conclude il programma investendo i fortunati ascoltatori dapprima con una cangiante bizzarria ritmica e poi conducendoli all’esaltazione con un rutilante, eppure accorato, finale.

In seguito agli applausi scroscianti di un pubblico numerosissimo, Bahrami viene richiamato sul palco due volte per eseguire due bis: un’interessante variazione su Gnossienne n. 1 di Satie (dedicato alle vittime della guerra in Iran e concluso dal pianista in lacrime), e l’immancabile, dolcemente tristissimo Adagio di Bach dal concerto BWV 974.

In generale un concerto meraviglioso, l’ennesimo successo di Pianofortissimo.

 

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