Graz nel segno di Carmen

Fino a qualche anno fa l'idea di una Carmen diretta da Harnoncourt era impensabile. Grazie alla frequentazione della musica di Offenbach, però, il direttore austriaco è inevitabilmente giunto a Bizet e ha contribuito con la sua lettura a rinnovare la storia della ricezione dell'opera.

Recensione
classica
Styriarte Graz
George Bizet
25 Giugno 2005
Risulta difficile pensare all'opera di Bizet senza il tipico colore locale e i cliché che l'hanno caratterizzata fin dai suoi primi allestimenti. Una mostra recentemente inaugurata a Graz si occupa proprio di questo tema, mostrando l'evoluzione del "cliché Carmen" nella pittura dell'Ottocento e del Novecento. Quasi in contemporanea, Harnoncourt e la Breth propongono una lettura dell'ononima opera di Bizet in occasione dell'apertura del festival Styriarte che, invece, sembra non aver mai conosciuto questi cliscee. Harnoncourt adotta una partitura inedita basandosi sulla nuova edizione critica di Michael Rot e sostituendo i recitativi composti postumi da Guiraud con i dialoghi originali della prima versione parigina. e per alcune scene adotta nuova varianti che fino a oggi non avevano trovato diffusione. Anche nella realizzazione orchestrale Harnoncourt si allontana dalla linea folcloristica e in un dialogo continuo con i cantanti adotta una condotta che potremmo definire energetica (l'inizio del 2. atto addirittura groove!). Ottimi i cantanti: la Gubisch è una Carmen fresca e analitica. Intenso e agile il suo mezzosoprano anche nei registri estremi. La Rahdjian è la rivelazione della serata con una Micaela espressiva e raffinata. Tra gli uomini il migliore è Kurt Streit. Meno maturo, invece, l'Escamillo di Silins. Il pubblico di Graz acclama anche la regia, che probabilmente a Vienna non sarebbe passata. La Breth crea un allestimento complesso, pieno di allusioni non sempre comprensibili (per esempio alcuni riferimenti al franchismo e al fordismo) ma con una condotta degli attori esemplare e sempre accattivante. Con la versione in cinque atti del Don Carlos di Vienna questo è l'allestimento austriaco più interessante della stagione (due prime assolute dell'Ottocento!). Alla domanda se intende approfondire ulteriormente il repertorio operistico dell'Ottocento, Harnoncourt risponde in maniera affermativa, ma su progetti specifici preferisce non rilevare dettagli.

Interpreti: Nora Gubisch, Kurt Streit, Arpiné Rahdjian, Egils Silins, Eva Liebau, Hermine Haselböck, Rudolf Hartmann, Georg Nigl, Bernhard Berchtold, Michel Ogier

Regia: Andrea Breth

Orchestra: Chamber Orchestra of Europe

Direttore: Nikolaus Harnoncourt

Coro: Arnold Schoenberg Chor

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