Falstaff per chiudere in bellezza

Recensione
classica
Théâtre du Capitole Tolosa
Giuseppe Verdi
14 Giugno 2002
La stagione del Théâtre du Capitole di Tolosa si chiude verdianamente così come era cominciata. Se l'apertura era spettata a "Otello", è toccato a "Fastaff" di dire l'ultima. La scelta certo non è casuale. Anche un bastione del canto wagneriano come il Capitole, non poteva non cedere alla tentazione di rendere omaggio a Verdi l'anno del centenario. E, senza dubbio, il pubblico ha dimostrato di gradire. Dalla rosea e assolata Tolosa, Parigi sembra anni luce lontana. Le scelte registiche non adottano l'audace essenzialità (e a volte gratuito sperimentalismo) della capitale. Al contrario si preferisce un confortante realismo, usuale in Italia, ma invece ormai respinto un po' ovunque nel nord Europa. Il "Falstaff" tolosiano non esita a portare sul palcoscenico un ambiente shakesperiano di maniera: la taverna con lunghe tavole in legno massiccio, la casa elisabettiana sobriamente arredata E il regista (nonché padrone di casa) Nicolas Joel è assecondato dal costumista Carlo Tommasi. Joel, comunque, dimostra di avere lavorato finemente sul testo italiano: tante sono le allusioni, gli scherzi verbali messi in valore da una recitazione mai volgare e senza dubbio guidata con intelligenza. E perfettamente a suo agio, tanto nella veste del cantante quanto in quella d'attore, è apparso Juan Pons che scivolò nei panni di Falstaff già nel 1980, anno della produzione scaligera diretta da Lorin Maazel con la regia di Giorgio Strehler. Una lunga frequentazione di cui si sono sentiti (e visti) gli effetti sul pascoscenico tolosano. Ma Pons è stato pure ben attorniato. Musicalissima la Alice di Carol Vaness. E bisogna certo rendere pure onore al merito dell'assai convincente Ford di Roberto Servile. L'orchestra del teatro ha confermato la sua perizia. È stata condotta con molta musicalità dal giovane Marco Armiliato. Peccato alcune imprecisioni d'insieme tra la fossa e il pacoscenico. Nel complesso, il "Falstaff" del Capitole si è rivelato uno spettacolo con cui poter chiedere veramente in bellezza.

Interpreti: Juan Pons, Roberto Servile, Charles Castronovo, Ricardo Cassinelli, Jean-Pierre Lautré, Luigi Roni, Carol Vaness, Bernadette Manca di Nissa, Martina Winter, Martine Mahé

Regia: Nicolas Joel e Carlo Tommasi

Scene: Carlo Tommasi

Costumi: Carlo Tommasi

Orchestra: Orchestre national du Capitole

Direttore: Marco Armiliato

Coro: Choeur national du Capitole

Maestro Coro: Pierre Iodice

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista 

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo