Evviva la famiglia allargata?
La Chigiana si volge a est per l’encomiabile prima "Due teste e una ragazza", un apologo Made-in-Serbia
Recensione
classica
[i]Due teste e una ragazza[/i] della serba quarantacinquenne Isidora Žebeljan, soggetto da una fiaba indiana, si muove nell’ambito tematico dell’identità sdoppiata (due amici per la pelle vengono alternativamente amati da una donna che apprezza il viso aggraziato dell’uno e il corpo dell’altro, anche dopo un incrocio tra le loro parti del corpo): il tema riemerge volentieri in epoche di crisi, ma la conclusione apparentemente anti-tragica – tutti e tre, invece che immolarsi sul fuoco, vivranno felici e contenti – sembra conciliare una soluzione che però l’epilogo in scena e in musica smentiscono. Vien da chiedersi se la storia di una problematica convivenza non rimandi metaforicamente al contesto storico-geografico in cui la Žebeljan è cresciuta e a quello – tra il mittel-europeo e il balcanico – rifuso nella partitura… L’allestimento di Ran Arthur Braun è estremamente minimale (assai più di quanto appaia nei bozzetti), dopotutto funzionale al non-realismo fiabesco e alle dimensioni del teatro, ma dalle proiezioni ci si poteva aspettare meglio. La Žebeljan dimostra, entro coordinate genuinamente legate a tratti popolareggianti (metri sghembi, ostinati ossessivi e a volte fracassoni, condotte eterofoniche – ad esempio nella prima strofa del lamento dell’Ex-Chandra), un’ottima capacità sintetica e insieme un buon passo teatrale, alludendo anche a forme chiuse o strofiche entro le scene senza appiattirsi in schemi, e giocando sulla vocalità (naturale o in falsetto) quale riflesso delle due personalità destinate alla con-fusione. Molto bravi gli interpreti, sia quelli vocali (che hanno cantato in serbo, non la madrelingua per tutti) sia quelli strumentali, diretti da Premil Petrovic; tutti gratificati da calorosi applausi.
Note: Prima esecuzione assolota, commissione Accademia Musicale Chigiana
Interpreti: Aneta Ilic' (Padma), Aile Asszonyi (dea Kalì) soprani; Ivan Ludlow (Bathi), Piotr Prochera (Chandra) baritoni; Nikola Duricko (il Narratore) attore; Alessandro Carbonare (l'Indovino) clarinetto solista.
Regia: Ran Arthur Braun
Scene: Ran Arthur Braun - Luca Tombolato (realizzazione)
Costumi: Angelina Atlagic;
Orchestra: Orchestra Žebeljan
Direttore: Premil Petrovic
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A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln