Finalmente qualcosa di originale ma non ermetico, estremo ma non assurdo, un’opera realmente capace di unire diversi generi musicali e quindi preziosa risposta alla carenza di pubblico giovane nei teatri. Se la volontà di creare un sound rock appare subito nell’esplosione iniziale di Let there be rock degli AC/DC, nell’opera di Franceschini non mancano arie da soprano ed accompagnamenti con la tiorba. My Way To Hell ripercorre il mito di Orfeo utilizzando le tessere di altri capolavori, musicali e letterari, senza cadere nel pericolo di un collage riadattato o di un noioso citazionismo. Le fonti, da Purcell ai Beatles, dai Rolling Stones a Monteverdi, sono assimilate e rilette con arte e innovazione, regalando una coerenza inattesa. L’amore tra Orfeo ed Euridice palpita nel mozartiano duetto tra Don Giovanni e Zerlina, la loro unione è Secret mariage di Sting, la porta dell’Ade è quella dell’inferno dantesco, nella notte che accompagna l’eroe prima della grande impresa “Lucean le stelle”. Ma nulla è esattamente come l’originale, tutto è nuovo. La coerenza è piacevolmente inaspettata, così come l’equilibrio tra il passato classico ed il moderno pop.
I protagonisti in total white, la coppia ed il trio rock, occupano una scena fatta di nulla, ma prepotentemente viva grazie ad un gioco di proiezioni che riprendono anche il pubblico in sala, coinvolgendolo nel qui ed ora. Chantal Santon e Damien Bigourdan padroneggiano una duttilità vocale che non nuoce alla vocalità stessa, oltre ad essere dei bravi attori in una recitazione resa ancor più evocativa dall’elettronica.
Il progetto didattico preparato a latere da Carlo Delfrati sottolinea la preziosa complessità di My way To Hell, opera d’arte enciclopedica in 75 minuti nata da un team internazionale di giovani artisti.
Note: Produzione di ARCAL - Compagnie nationale de theatre lyrique et musical e della Fondazione Teatro Comunale di Bolzano
Repliche il 18 e 19 febbraio (uniche date italiane)
Interpreti: Chantal Santon, soprano
Damien Bigourdan, tenore
Bruno Helstroffer, chitarre e tiorba
Benoit Bourlet, batteria e percussioni
Matteo Franceschini, live elettronics e basso
Regia: Volodia Serre, regia e ideazione
Scene: Matthieu Mull
Costumi: Magali Perrin-Toinin
Luci: Jean-Luc Chanonat