Due autori in cerca di un'opera
La prima esecuzione austriaca della Berenice di Staud non convince del tutto, ma lascia intravedere interessanti temi per lo sviluppo futuro del lavoro del giovane compositore austriaco.
Recensione
classica
Saranno state le critiche non sempre positive della prima esecuzione assoluta avvenuta a Monaco di Baviera dieci giorni fa, o forse i pregiudizi verso la prima opera per la scena di un compositore così giovane. Fatto sta che la platea del Ronacher, dove c'è stata la prima rappresentazione austriaca della "Berenice" del compositore 29enne Johannes Maria Staud e del poeta Durs Grünbein, non si potesse dire piena. Il compositore ha spesso ripetuto che il libretto di questa opera è l'unico conduttore dello svolgimento drammatico e che la musica così si è potuta concentrare sulle sue peculiarità primarie: quelle di "suggerire, alludere, illustrare, depistare, manipolare, in breve di agire".
Prendendo alla lettera questa affermazione, non si può non lodare la variegata interpretazione del Klangforum Wien. Isolato, anche il testo – tratto da una novella di Edgar Allan Poe – è un bellissimo saggio di poesia, ma questo non è stato sufficiente a trasmettere, nonostante l'auspicio, un'idea di continuità drammatica. Le voci si muovono con sicurezza stilistica tra i vari idiomi utilizzati dal compositore, che vanno da stilemi postseriali a veri e propri inserti di musica popolare dal tocco jazzistico e latin.
Interpreti: Matthias Bundschuh, Otto Katzameier, Dorothee Mields, Anne-Carolyn Schlüter, Klaus Haderer, Eva Resch, Regine Mahn, Markus Zapp, Winfried Hübner, Monika Lichtenegger, Christina Landshamer, Manuel Warwitz, Manfred Bittner, Marcus Schmidl
Regia: Claus Guth
Scene: Christian Schmidt
Costumi: Christian Schmidt
Direttore: Stefan Asbury
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