Deludente Mahler inaugura il MITO alla Scala
La Settima di Mahler con Mehta sul podio della Israel Philarmonic non ha ben figurato alla Scala nella serata inaugurale del MITO
Recensione
classica
La serata inaugurale della serie milanese del MITO è da ricordare per la presenza di un pubblico delle grandi occasioni, facce note, nel bene e nel male, e chiacchiere d'alta mondanità. Altra invece è l'impressione suscitata dalla Settima di Mahler eseguita dalla Israel Philarmonic Orchestra diretta da Zubin Mehta. Spiace dirlo perché si tratta di un organico di buona fama e perché Mehta è annoverato come uno dei grandi del podio, ma è stata una Settima proprio da dimenticare e un inadeguato biglietto da visitita per la manifestazione che gemella musicalmente Torino e Milano. L'organico, forse svogliato, non ha fatto che dare prova di muscoli, con le sezioni che intervenivano incuranti del volume del suono (senza ritegno gli ottoni e i piatti), con nessuna attenzione per la lievità, l'abbandono sentimentale, la sognante visionarietà notturna. Come esemplificazione negativa citiamo il terzo movimento, dove l'ironico tempo di valzer non è riuscito a sprigionare né lampi sulfurei né lasciare intravedere alcuna drammatica cupezza. Il resto non è stato da meglio, al massimo è stata raggiunta una disinteressata, ma rutilante, freddezza.
Il pubblico ha comunque accolto con calore l'esecuzione e, nello sfilare fuori dal teatro, echeggiavano i compiacimenti e una generale soddisfazione per, come è in uso dire, l'evento.
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