Questa Death in Venice, coproduzione della Monnaie e dell’English National Opera di Londra per la regia di Deborah Warner è uno spettacolo suggestivo e di grande equilibrio formale. Un contributo importante è dato dalle scenografie eleganti ed evocative di Tom Pye, valorizzate al meglio da una sapiente regia delle luci che sanno trasportare lo spettatore dall’abbagliante splendore del lido di Venezia ai cupi presagi delle ultime scene. Se è vero che la luce è un elemento importante in questo allestimento, lo è forse anche per l’idea dichiarata del direttore d’orchestra, Paul Daniel, di trarre dall’orchestra delle sonorità che evochino la rifrazione di raggi luminosi che nascano come da un prisma ottico. In termini più strettamente musicali, la sua direzione misurata e precisa propone una bella interpretazione di quest’opera che rappresenta, forse, il momento migliore della capacità di orchestrazione di Britten. Una menzione particolare va a John Graham Hall, che ha sostituito il sofferente Ian Bostridge nella parte principale, in cui ha saputo entrare molto bene, per l’interpretazione vocale ma anche per la notevole presenza scenica. Un allestimento che sembra smorzare l’aspetto più propriamente sessuale dell’attrazione di Gustav per il giovane Tadzio per puntare su sfumature più sublimate e intellettuali che appaiono evidenti nella scena finale, quando il giovane danza lentamente, sullo sfondo, mentre il protagonista muore. L’opera sarà alla Scala nel 2010 e in seguito a New York nel 2011.
Interpreti: John Graham Hall (Gustav von Aschenbach) , Leon Cooke (Tadzio) Andrew Shore, William Towers, Peter van Hulle, Anna Dennis, Constance Novis, Richard Edgar-Wilson, Madeleine Shaw, Jonathan Gunthorpe, Benoit De Leersnyder, Charles Johnston, Donald Byrne, Anna-Clair, Joyce Henedrson
Regia: Deborah Warner
Scene: Tom Pye
Costumi: Chloe Obolensky
Coreografo: Kim Brandstrup
Orchestra: Orchestra Sinfonica della Monnaie
Direttore: Paul Daniel
Coro: Cori della Monnaie
Maestro Coro: Pers Maxim
Luci: Jean Kalman
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