Cremona per Boulez
Concerto dell'Ensemble Intercontemporain
Grazie ad un’offerta formativa sempre più ricca di collaborazioni con musicisti della scena internazionale e prestigiose istituzioni musicali, l’Accademia Stauffer di Cremona si fa oggi promotrice di nuove e interessanti opportunità per i suoi allievi: incontrare e condividere l’esperienza del palcoscenico insieme con artisti affermati e di prestigio, come conclusione di un percorso formativo.
Stiamo parlando de I Concerti della Stauffer rassegna che, tra marzo e aprile, ha visto protagonisti gli allievi dell’Accademia al fianco dei docenti di diverse masterclass. Dopo il concerto con il pianista americano Kit Armstrong, dopo quello con il violinista Kolja Blacher alla guida dello Stauffer&EUYO Ensemble, è stata la volta di Boulez100, concerto evento di venerdì 4 aprile in Auditorium Arvedi, Museo del Violino.
Boulez100 è progetto artistico dell’Ensemble Intercontemporain dedicato ai 100 anni dalla nascita del compositore francese direttore d’orchestra e saggista, nato a Montbrison il 26 marzo 1925.
Fondato nel 1976 per volontà di Pierre Boulez, oggi l’EIC, da sempre consacrato alla musica contemporanea e del XX secolo, rende omaggio al suo fondatore con un progetto impegnato nell’esecuzione delle sue musiche, in un tour internazionale – Francia, Italia, Europa e Asia - e che venerdì sera ha fatto tappa a Cremona.
In realtà quella di Cremona non è stata semplicemente una data del tour Boulez100 bensì l’evento conclusivo di una residenza artistica dell’EIC – da lunedì 31 marzo a venerdì 4 aprile - presso l’Accademia Stauffer: cinque giorni di studio intenso per una masterclass seguita da nove giovani violinisti e due quartetti allievi dei corsi Stauffer, guidati dal quartetto dei solisti dell’EIC - Jeanne-Marie Conquer e Diego Tosi violini, Odile Auboin viola e Renaud Dejardin violoncello - qui in veste di docenti.
La settimana Boulez ha visto anche una giornata internazionale di studi - Pierre Boulez. Centro e assenza - tenutasi il 4 aprile presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali di Cremona, Università degli Studi di Pavia, in collaborazione con Accademia Stauffer.
Se al Convegno si è parlato dello stato dell’arte attorno alla figura di Boulez nella triplice veste di compositore, direttore d’orchestra e saggista (interventi di Gianfranco Vinay, Gianmario Borio, Philippe Albèra, Paolo Dal Molin, Ulrich Mosch, Jean-Loius Leleu) durante la masterclass, docenti dell’EIC e allievi Stauffer hanno studiato side-by-side e messo a punto il programma per Boulez100, grazie anche alla supervisione del musicologo francese Jean-Louis Leleu, uno dei massimi esperti della musica e della scrittura bouleziana e che, in un certo senso, ha firmato la “regia” del programma di un concerto impegnativo ma estremamente stimolante.
Eseguirlo la sera del concerto senza soluzione di continuità si è rivelata scelta efficacissima suggerita dallo stesso Leleu. È l’idea di un fil-rouge in grado di accostare e legare coerentemente musiche di autori ed epoche diverse, in un gioco di contrasti sonori, tensioni…
Di Boulez abbiamo ascoltato Anthèmes I per violino (1991-92) e pagine dal Livre pour Quatour, lavoro incompiuto (a completarlo ci ha pensato lo stesso Leleu) di un Boulez ventitreenne (1948-49), opera dalla scrittura complessa ed estrema difficoltà esecutiva. Il programma prevedeva inoltre un omaggio a Luciano Berio – il 2025 è l’anno dell’altra importante celebrazione – con l’esecuzione dei Duetti per due violini.
Se da un lato Bach e l’Arte della Fuga – Contrapunctus 1, 3 e 7 – rappresenta il legame col passato, se il Quartetto op. 28 di Webern – eseguito dall’EIC - rappresenta il padre spirituale di Boulez, il lirismo appassionato e selvaggio di Wild della francese Édith Canat de Chizy – con i solisti dell’EIC Odile Auboin, viola e Renaud Déjardin, violoncello - rappresenta la contemporaneità d’aujourd’hui.
Numeroso il pubblico di esperti e non, al concerto di Boulez100 venerdì sera in Auditorium. Un pubblico che ha saputo cogliere l’impegno interpretativo di partiture ai limiti del possibile, ha apprezzato la bravura dei Solisti dell’Ensemble Intercontemporain e l’alto livello di tutti gli “Allievi Stauffer” alle prese con ardui equilibri sonori. Tra di loro c’è intesa, coesione. L’acustica in sala è perfetta, di forte impatto il colpo d’occhio sui tre Quartetti on stage - EIC, New Era e Allievi Stauffer - insieme con i nove violinisti. Piena soddisfazione e orgoglio della direttrice Angelica Suanno, da un paio d’anni alla guida dell’Accademia Stauffer, per la riuscita del progetto.
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