È una Carmen dalla sensualità lasciva quella di Elena Maximova, sul palco del Teatro Massimo venerdì scorso per l’attesa regia di Calixto Bieito. Sebbene la seduttività del personaggio sia già tutta nel caldo timbro della cantante, è amplificata da una fisicità marcata che poco lascia di suggerito: ogni allusione del libretto è il pretesto per un’esplicitazione corporale che però non rende giustizia all’oscurità della belva amorosa che è Carmen. Se fosse un dipinto, la Carmen di Bieito sarebbe una pittura materica che lascia l’allusione solo al fondale scenico di Alfons Flores, immagine di una disumana frontiera tra Ceuta e il Marocco e simbolo di Carmen stessa. L’idea del limite non trova però un corrispettivo nel sottile gioco psicologico dei personaggi. Più a fuoco e convincenti i protagonisti maschili Don José (Marcello Giordani) ed Escamillo (Samuel Youn) su cui si costruisce per contrasto l’immagine di Carmen.
Se Bizet avvicina il palcoscenico alla vita, Bieito ne coglie la portata realistica e universale calandola negli anni Settanta, complici i costumi “vissuti” di Mercè Paloma. Si perde molto dell’endemico folklore che resta solo musicale, eccetto per la bandiera spagnola sempre in scena, la sagoma del toro gigante Osborne o la farsa in costume di Frasquita e Mercédès. Il dichiarato intento universale di Bieito è dunque assolto anche se non convince a pieno il pubblico. È interessante l’uso dello spazio scenico con un continuo movimento tra le quinte e il proscenio, soprattutto nella riuscita scena iniziale del quarto atto in cui la folla esultante si sporge da una corda sulla buca. Buona la prova dell’orchestra diretta da Renato Palumbo, anche se la drammaticità dell’opera comincia ad avvertirsi troppo tardi.
Interpreti: Carmen: Elena Maximova (18, 20, 23, 25 novembre)/Maria José Montiel (19, 22 novembre), Don José: Marcello Giordani (18, 20, 23, 25 novembre)/Jorge De León (19, 22 novembre), Escamillo: Samuel Youn (18, 20, 23, 25 novembre)/Davide Damiani (19, 22 novembre), Micaëla: Alexia Voulgaridou (18, 20, 23, 25 novembre)/Silvia Dalla Benetta (19, 22 novembre), Zuniga: Manrico Signorini, Moralès: Giovanni Guagliardo, Frasquita: Eleonora Buratto, Mercédès: Maria Motta, Le Remendado: Amedeo Moretti, Lillas Pastia: Piero Arcidiacono, Le Dancaïre: Roberto Accurso
Regia: Calixto Bieito, ripresa da Juan Antonio Rechi
Scene: Alfons Flores
Costumi: Mercè Paloma
Orchestra: Orchestra del Teatro Massimo
Direttore: Renato Palumbo
Coro: Coro e coro di voci bianche del Teatro Massimo
Maestro Coro: Andrea Faidutti; Salvatore Punturo (voci bianche)
Luci: Alberto Rodriguez Vega