Brividi d'alta quota
Iva Bittová e Skip “Little Axe” McDonald a ChamoisIc 2015
Recensione
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La seconda giornata di ChamoiSic 2015 ha visto salire sul palco del piccolo villaggio valdostano un paio di artisti d’eccezione e, come di consueto, grazie alla coraggiosa e competente direzione artistica di Giorgio Li Calzi, fuori dagli schemi. Nel primo set è stata la grazia, l’eleganza, la semplicità e la serietà della grande violinista/cantante morava Iva Bittová a letteralmente stregare un pubblico attento e curioso. La Bittová ha dato un vero e proprio saggio delle sue superlative qualità sia alla voce (ora limpidamente sopranile, ora “malignamente” gutturale, piegata, distorta), che al violino, del quale è assoluta virtuosa. Una musica, quella della Bittová, lontana da ogni definizione, nella quale convivono, sapientemente dosate, musica classica, spesso nel suo dialogo tutto novecentesco con le tradizioni popolari (si legga Bartók), improvvisazione radicale e strenua ricerca timbrica di matrice jazzistica (magnifico il suo controllo dei suoni più “derelitti”), un’attenzione ampia per le musiche del mondo, e un generoso, consapevole e catartico senso della teatralità.
Nel secondo set della giornata ci ha pensato invece il profondo e spettacolare rock/soul/dub/blues dello scatenato Skip “Little Axe” McDonald ad entusiasmare gli animi ormai pronti ad abbandonarsi ad un blues elettrico ipnotico e altamente rivisitato. Afroamericano, classe 1949, originario dell’Ohio, abile chitarrista (soprattutto ritmico) e cantante intenso, McDonald, tra i primi negli anni Ottanta a lanciare a Londra l’hip hop e oggi nome di vaglia della Real World di Peter Gabriel, parte dal blues, magari quello più monotonico e “ripetitivo”, per agganciarsi poi al dub, al reggae, al soul e al rock. Il suo concerto a Chamois è in questo senso sembrato a tratti una session tra Toots Hibbert, Warren Haynes e John Lee Hooker. E non a caso è stata proprio una sua originale e sorprendente cover di “On Your Way Down” (di Allen Toussaint sì, ma che Lowell George dei Little Feat amava suonare alla sua maniera) uno dei momenti più emozionanti dell’intero pomeriggio. Brividi d’alta quota.
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