Bray inaugura il Museo del Violino

A Cremona giornata di festa

Recensione
classica
«Un nuovo Museo è importante per chi crede che la cultura debba essere una delle leve per il rilancio di questo Paese. Una cultura che tuteli le tradizioni, come scritto nella Costituzione, in grado di creare e unire una comunità. Una comunità che a Cremona, ha saputo rispettare la propria tradizione liutaria e mantenerla viva». Un discorso breve e molto sentito, quello del Ministro ai Beni Culturali Massimo Bray, che sabato 14 settembre era a Cremona per l’inaugurazione del Museo del Violino. Parole di gratitudine verso chi ha voluto il Museo, di apprezzamento verso coloro che hanno avuto la lungimiranza di realizzarlo (Fondazione Arvedi-Buschini) e nei confronti di tutta la comunità dei liutai cremonesi che ogni giorno, con il loro lavoro, mantengono viva una tradizione antica, simbolo della città. «Nel Museo del Violino – conclude il ministro Bray - mi ha colpito vedere le facce di chi oggi lavora intorno a questo tesoro che è il violino. Donne, uomini… tutti loro partecipano a questa tutela e noi dobbiamo ringraziarli». Taglio del nastro a quattro mani – Sindaco di Cremona Oreste Perri insieme con Giovanni Arvedi, il mecenate cremonese che ha finanziato l’intero progetto museale. Una folla ha gremito Piazza Marconi . In prima fila tv, operatori, fotografi, giornalisti… e la fanfara dei Bersaglieri.

Una cerimonia rigorosamente a invito che, dopo il taglio del nastro, ha acceso i riflettori sullo “scrigno” e i suoi tesori. In tutto una settantina di strumenti il cui allestimento, luci e vetrine eleganti tra gli spazi museali, crea un colpo d’occhio davvero incredibile: i dodici strumenti ad arco della collezione civica, quello provenienti dal museo Stradivariano, i trenta strumenti di liuteria contemporanea della Fondazione Stradivari e i magnifici “friends”, Stradivari concessi in prestito da collezioni importanti come l’Henry Ford Museum, la Evelyn & Herbert Axelrod, Eva & Arthur Lerner-Lam di New York, Si-Hon Ma…. Tra le sale notiamo la signora Eva Lam che, concedendo in prestito alcuni pezzi della sua collezione, ha incoraggiato altri collezionisti a seguire il suo esempio. Qui va detto: è grazie a Eva Lam, al suo entusiasmo per la musica e per gli strumenti cremonesi e a Paolo Bodini (presidente del progetto) se i “friends of Stradivari” nel mondo oggi sono sempre più numerosi. Negli occhi della signora Lam leggiamo sincera soddisfazione. Perché i gioielli di famiglia per un po’ saranno di nuovo a casa, a Cremona, al Museo del Violino !

Protagonista della seconda parte della serata, la musica, gli interpreti e il nuovo Auditorium, gioiello di perfezione acustica, creato dalla collaborazione tra l’architetto cremonese Giorgio Palù (studio Arkpabi) e l’ingegnere giapponese Yasuhisa Toyota (studio Nagata Acoustics). Una sfida vinta grazie alla caparbietà di Giovanni Arvedi ma soprattutto grazie alla geniale intuizione di Palù che, per ricavare il volume necessario alla resa acustica dell’Auditorium, stando ai calcoli dell’ingegnere giapponese, ha proposto a Toyota ciò che si è rivelata la soluzione: scavare per abbassare il pavimento della sala. L’Auditorium Arvedi è una scultura moderna, rivestita completamente in legno, modellata da curve morbide e resa elegante dai caldi velluti arancione delle poltrone. Progettata intorno a un piccolo palcoscenico circolare, la sala (450 posti) è collocata in uno spazio in cui la concezione razionalista dell’architetto Carlo Cocchia degli anni ’40 è stata rispettata. Le linee curve della scultura-auditorium ricordano quelle di un violino. Interprete d’onore per questa serata speciale, la violinista Arabella Steinbacher e l’ensemble Festival Strings Lucerne (Daniel Dodds, violino concertatore). Un programma piacevolmente gustoso che ha saputo mettere in luce la bellezza timbrica del violino che nell’Auditorium Arvedi, studiato da Toyota proprio per gli strumenti ad arco, diventa semplicemente limpidezza timbrica. La Sinfonia n. 10 in si minore di Mendelssohn, i Concerti K218 e 219 di Mozart per violino e orchestra, eseguiti da musicisti eccellenti, diventano un’esperienza che merita di essere goduta. Un’esperienza che negli otto minuti di preludio dal Tristan und Isolde (arrangiato per orchestra d’archi da Werner Thomas-Mifune) diventa emozione pura, totale, affascinante. Il bis è un omaggio, segno di gratitudine all’ingegnere Toyota, presente in sala. Un maxischermo, allestito sugli esterni del Museo, in Piazza Marconi, ha consentito ai molti di seguire in diretta il concerto. Il concerto del Festival Strings Lucerne ha inaugurato la prima edizione dello Stradivari Festival che proseguirà nei successivi weekend (concerti il sabato sera e matinée domenicali, in Auditorium Arvedi) fino al 13 ottobre.

Prossimo appuntamento sabato 21 settembre con lo Stradivari-Quartett (i giovani interpreti suonano tutti su strumenti di Stradivari !) e domenica 22 con il violinista Edoardo Zosi (Maria Grazia Bellocchio, pianoforte) che suonerà uno Stradivari delle collezioni Museo del Violino. Sempre il 22 e fino al 13 ottobre, nel padiglione delle esposizioni temporanee del MdV, sarà inaugurata l’esposizione dedicata alla “bottega italiana”: 22 strumenti ad arco (per la maggior parte violini) realizzati da 22 autori italiani tra la fine del Seicento e la prima metà dell’Ottocento, provenienti dal museo della Chimei Foundation di Taiwan. Fondazione che possiede una straordinaria collezione di strumenti ad arco che al momento supera i 1300 pezzi!

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