Artaud sélon Battistelli: una drammaturgia serrata
Con I Cenci Battistelli si confronta con una delle esperienze più forti, dense e problematiche del teatro novecentesco (Artaud), ricavandone una drammaturgia efficace soprattutto nella coinvolgente seconda parte, quando gli elementi del suo linguaggio compositivo si stringono in un percorso direzionato. Allestimento basato su informazioni nude e dirette, esecuzione qualitativamente molto buona, successo caldo ma pubblico non numeroso.
Un confronto impegnativo, questo con I Cenci (1990) da Artaud, per il "teatro di musica" di Battistelli: il teatro artaudiano, utopico nei manifesti, geroglifico - aspirante cioè a un segno sintetico - nei testi, deciso a togliere il primato alla parola discorsiva senza espellerla (anzi potenziandone il valore sonoro), partecipativo e dolorosamente corporeo, è uno snodo problematico ancora oggi. Battistelli imbastisce su un testo forte e conturbante una drammaturgia che, nella precisa continuità di elementi, sembra bifronte: una prima parte che li pietrifica, li costringe in strutture ferree in cui la massa sonora si solidifica in spigoli ortogonali, entro i quali si alternano le voci dei quattro bravi attori; una seconda, che corrompe queste strutture in un vortice tragicamente coinvolgente, dove le "rotture" di Artaud contro la parola-discorso prendono una forma più caratterizzata e la drammaturgia per scene separate si libera direzionalmente della precedente prigionia cronografica. Lavaudant legge la pièce come una negazione individuale delle relazioni umane, un porsi a natura assoluta (sopra la società familiare e il Tempo) dell'io-corpo, perciò indifferente al tabù dell'incesto. Cenci è introdotto dunque come un crudele raisonneur dominatore della scena, mentre le apparizioni degli altri sono incorniciate in nudi fondali uniformi con finestre cromaticamente in rilievo. L'espunzione dell'elemento-silenzio (corone), che avrebbe dialettizzato il suono-massa col suo complementare, ha forse compresso la prima parte in un intarsio senza respiro. Comunque, pubblico assai caldo - ancorché non numeroso – nell'applaudire interpreti (molto buona anche la risporisposta dell'Orchestra della Toscana guidata da Luca Pfaff) e autore.
Note: Giorgio Battistelli
Les Cenci (I Cenci), teatro di musica da Antonin Artaud
Adattamento del testo di G. Battistelli
Prima esecuzione italiana
direttore, Luca Pfaff
Orchestra della Toscana
regia, Georges Lavaudant
costumi, Jean-Pierre Vergier
regia del suono, Alvise Vidolin e Davide Tiso
personaggi e interpreti (attori):
Cenci: André Wilms
Lucrétia: Dany Kogan
Béatrice: Astrid Bas
Orsino: Gilles Arbona
Siena, Teatro dei Rozzi
Sabato 8 luglio, ore 21.15 (replica : domenica 9 luglio, ore 18)
Fondazione Accademia Musicale Chigiana – Siena, 63. Settimana Musicale Senese
in collaborazione con il Théatre de l'Odéon di Parigi
allestimento scenico del Théâtre de l'Odéon di Parigi, in coproduzione con Accademia Musicale Chigiana di Siena-Théâtre de l'Odéon di Parigi-Musicadhoy di Madrid
Interpreti:
Regia: Georges Lavaudant
Costumi: Jean-Pierre Vergier
Direttore: Luca Pfaff; Alvise Vidolin e Davide Tiso regia del suono; BH Service (Ferrara) live electronics
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