Arsilda: il cimento della censura e dell'invenzione

Grande attesa per la prima esecuzione moderna di Arsilda regina di Ponto di Vivaldi, andata in scena ieri sera per il Festval Opera Barga. Partitura molto ricca musicalmente e con una trama estremamente complessa, Arsilda ribadisce il grande talento teatrale vivaldiano. Ottima la prova degli interpreti e del direttore Federico Maria Sardelli, che ne ha curato anche l'edizione critica per l'Istituto Italiano Antonio Vivaldi e che ne ha preparato un cd.

Recensione
classica
Festival Opera Barga Barga
Antonio Vivaldi
20 Luglio 2001
Il Festival Opera Barga 2001 ha colpito nel segno con un Vivaldi inedito. Ieri sera è andata in scena con successo in prima esecuzione moderna Arsilda regina di Ponto, terzo titolo del compositore veneziano, su libretto di Domenico Lalli, presentato per la prima volta al teatro S. Angelo di Venezia nel 1716. Artefice della meritoria impresa il direttore d'orchestra e musicologo Federico Maria Sardelli, che ne ha curato anche l'edizione critica (di prossima pubblicazione) per l'Istituto Nazionale Antonio Vivaldi, riproponendone la prima stesura, che fu giudicata non idonea dall'allora revisione dell'Inquisizione. Interessante notare, come fa Sardelli nel programma di sala, che la seconda versione approntata da Vivaldi per soddisfare l'Inquisizione sia molto più melensa e convenzionale della prima. L'intricata vicenda narra dei due gemelli Lisea e Tamese, principi di Cilicia. Lisea è obbligata dalla madre a travestirsi e a prendere il posto del gemello, creduto morto dopo un naufragio, per sposare la regina Arsilda, amata da Tamese ma anche dal suo amico Barzane, promesso sposo di Lisea: le due coppie si ricomporranno soltanto alla fine. Ovviamente Vivaldi non si preoccupa più di tanto della trama, ma isola e definisce magnificamente i "caratteri" dei personaggi, attraverso una sequenza sempre nuova di soluzioni e di registri espressivi. Pur non essendo un capolavoro, Arsilda è un'opera che ripropone il talento operistico vivaldiano e ha dalla sua una gran fluidità e vivacità nei lunghi recitativi, alcune arie memorabili e un'orchestrazione brillante. Merito principale di Sardelli è quello di averne restituito pienamente le cifre stilistiche, innervando la partitura di gran freschezza e partecipazione, senza mai un calo di tensione, grazie anche alla piena sintonia con l'agguerrita orchestra barocca "Modo antiquo" e il Coro da camera italiano, con i quali pubblicherà un cd di quest'allestimento. Nel cast spiccavano su tutti Joseph Cornwell, davvero impeccabile tecnicamente e dotato d'ottimi mezzi vocali, nell'impervio e bellissimo ruolo di Tamese, e Sergio Foresti in quello del principe Cisardo. Non sempre convincente Simonetta Cavalli nei panni della protagonista, mentre se la sono cavata egregiamente Lucia Sciannimanico (Lisea), Elena Cecchi Fedi (Mirinda), Nicky Kennedy (Barzane) e Alessandra Rossi (Nicandro). La regia di David Livermore era all'insegna della stilizzazione ma soprattutto dell'ironia: basti citare Nicandro, confidente di Lisea, sempre con un ferro da stiro in mano, oppure quella specie di ginnastica da camera eseguita dal povero Tamese nella sua prima aria. Funzionali le scene e i costumi di Santi Centineo. Sulla scena pochi elementi: dominavano il bianco e nero, sullo sfondo un semicerchio bianco formato da due file di finestre. Attenta e prodiga d'applausi anche a scena aperta la platea del Teatro dei Differenti, nella quale spiccava una nutrita rappresentanza della comunità di lingua inglese che popola quest'incantevole angolo della Toscana.

Interpreti: Cornwell, Foresti, Cavalli,Sciannimanico, Cecchi Fedi, Kennedy, Rossi

Regia: David Livermore

Scene: Santi Centineo

Costumi: Santi Centineo

Orchestra: Orchestra barocca "Modo antiquo"

Direttore: Federico Maria Sardelli

Coro: Coro da camera italiano

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