Aristofane secondo Braunfels

Messa al bando nella Germania degli anni '30 a causa dell'atteggiamento antinazista del compositore, l'opera "Die Voegel'" (Gli uccelli) di Walter Braunfels, tratta dalla commedia omonima di Aristofane ed eseguita con successo per la prima volta a Monaco di Baviera nel 1920, non è riuscita più a reinserirsi nel repertorio corrente.

Recensione
classica
Grand Théâtre Ginevra
Walter Braunfels
24 Gennaio 2004
Messa al bando nella Germania degli anni '30 a causa dell'atteggiamento antinazista del compositore, l'opera "Die Voegel'" (Gli uccelli) di Walter Braunfels, tratta dalla commedia omonima di Aristofane ed eseguita con successo per la prima volta a Monaco di Baviera nel 1920, non è riuscita più a reinserirsi nel repertorio corrente. Certo, in alcuni momenti l'azione dell'opera sembra languire in un preziosismo sonoro che richiama lo Strauss di "Arianna a Nasso" e de "La donna senz'ombra". Non pochi però sono però i momenti riusciti di questo lavoro dallo stile musicalmente 'aereo', che il talento visivo di Yannis Kokkos è riuscito a tradurre in quadri di grande suggestione. Facendo soprattutto leva sui suoi splendidi costumi ornitomorfi e sui complessi effetti luminosi di Patrice Trottier, il regista ha dato vita ad alcuni momenti memorabili, come l'entrata di Prometeo sotto forma di gigantesco burattino e la tempesta finale. Che Kokkos sia più scenografo e costumista che regista di 'attori' lo si vede però dalla direzione scenica dei cantanti, un po' lasciati a sé stessi nei dialoghi e a briglia sciolta nelle caotiche scene di massa, dove spesso non si capisce in che cosa consista il contributo coreografico di Richild Springer. Di buon livello ma un po' anonima la direzione di Ulf Schirmer, che comunque ha avuto a sua disposizione un cast di tutto rispetto. La breve apparizione di Prometeo è stata sicuramente il momento vocalmente più coinvolgente della serata: Roman Trekel è riuscito a delineare il suo personaggio in tutta la sua tragicità grazie ad un fraseggio di grande finezza drammatica. Impeccabile per sicurezza tecnica e grazia scenica si è rivelato il soprano Marlis Petersen nell'impervia parte dell'Usignolo, mentre a volte un po' in difficoltà con l'ampio registro di Hoffegut si è mostrato l'altrimenti bravo Pär Lindskog. Scenicamente godibili sono stati l'Upupa di Brett Polegato e il Ratefreund di Duccio Dalmonte. Il pubblico ginevrino, affascinato da questa 'riscoperta', ha tributato calorosi applausi agli interpreti e al regista.

Interpreti: Prometheus, Roman Trekel; Wiedhopf, Brett Polegato; Nachtigall, Marlis Petersen; Zaunschl/pfer, Regina Klepper; Hoffegut Pär Lindskog; Ratefreund, Duccio Dalmonte

Regia: Yannis Kokkos

Scene: Yannis Kokkos

Costumi: Yannis Kokkos

Coreografo: Richild Springer

Orchestra: Orchestre de la Suisse Romande

Direttore: Ulf Schirmer

Coro: Chúurs du Grand Thèâtre

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