Una regia lontana dalla spettacolarità, semplice, precisa e moderna. Una lettura della partitura sobria, con alcuni momenti di ebbrezza. Il segreto del successo di questo nuovo allestimento della Staatsoper sembra proprio celarsi in questo cauto osare, che non annoia o irrita il pubblico. Il cast vocale è solido, con una splendida Kühmeier, una Pieczonka che riempie la scena e un simpatico Bankl. Un allestimento che rimarrà in repertorio.
Con il nuovo allestimento di Arabella, opera che mancava dalle scene della Staatsoper da circa un decennio, si è voluta provare la reazione del pubblico di fronte alla coppia Bechtolf/Welser-Möst, che dal prossimo anno sarà responsabile artisticamente per la nuova produzione viennese del Ring wagneriano. Pubblico e critica hanno acclamato, e questo è un buon segno. La regia traspone la vicenda dalla seconda metà dell'800 agli anni '30 del Ventesimo secolo, in quel periodo di decadenza e fertilità artistica della storia europea in cui nasce questo lavoro di Strauss. Lontano da qualsiasi provocazione o forzatura, Bechtolf conduce i personaggi con efficace semplicità e precisione, con la stessa naturalezza con cui Welser-Möst adatta il flusso musicale al ductus testuale. Il risultato: comprensibilità e drammaticità. Se l'opera porta in scena una storia, è giusto che questa venga raccontata, sembrano volerci dire i due. Ed è ciò che a nostro avviso ha determinato il grande successo, e l'immediatezza nella ricezione, di questo allestimento, al di fuori di molti schemi di regia moderna sensazionalistica e pacchiana. Hampson e Pieczonka sono acclamati protagonisti, sebbene il baritono nel registro basso pasticci nella dizione e risenta di molte imprecisioni. Peccato per Schade, invece, che ha dovuto lasciare l'allestimento dopo la prima essendosi fratturato una gamba. Brilla e strabilia la Kühmeier, che nella sua umiltà scenica e intensità vocale è garanzia di espressività e teatralità. Bravi anche Bankl nel ruolo del padre e la Fally, una Fiakermilli macchietta, acrobatica e virtuosa. Un allestimento che rimarrà nel repertorio dell'istituzione viennese e che ancora negli anni a venire potrà mostrare attualità e modernità.
Interpreti: Graf Waldner: Wolfgang Bankl
Adelaide: Daniela Denschlag
Arabella: Adrianne Pieczonka
Zdenka: Genia Kühmeier
Mandryka: Thomas Hampson
Matteo: Michael Schade
Graf Elemér: John Dickie
Graf Dominik: Adrian Eröd
Graf Lamoral: Johannes Wiedecke
Fiakermilli: Daniela Fally
Kartenaufschlägerin: Janina Baechle
Regia: Sven-Eric Bechtolf
Scene: Rolf Glittenberg
Costumi: Marianne Glittenberg
Direttore: Franz Welser-Möst
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