Aquagranda , atto con gli stivali

L'eccellente lavoro di Perocco sull'acqua alta del '66 apre la stagione della Fenice

Acquagranda
Foto Michele Crosera
Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Filippo Perocco
04 Novembre 2016

Apertura di stagione lirica con l'acqua alta alla Fenice. Sul palco, non fuori. L'occasione del cinquantesimo anniversario della terribile acqua alta che danneggiò pesantemente la città offre l'opportunità alla Fondazione di commissionare a un compositore originale e intelligente come Filippo Perocco un nuovo lavoro. Un atto unico, tratto dal libro Aquagranda di Roberto Bianchin, che racconta la terribile alluvione nell'isola di Pellestrina. Un lavoro eccellente, quello fatto da Perocco, che approfittando di un soggetto fondamentalmente monodimensionale e di un libretto che più che l'aspetto narrativo fa risaltare quello delle singole parole, allestisce un oratorio allucinato e dalla finissima tessitura.

Centrale il ruolo del coro, che attraverso l'iterata ossessione per sibilanti, fricative, dentro esplosioni di ansia sillabare, accompagna la vicenda fino al suo drammatico apice e, poi, al ritirarsi delle acque che disvela il disastro. In questo senso i cantanti vengono intesi quasi come singole voci che emergono di tanto in tanto dal coro con le proprie vicende, una scelta forse poco spettacolare dal punto di vista strettamente vocale, ma secondo me azzecatissima. Così come efficace è la regia di Damiano Michieletto, che gioca al solito su una sola grande trovata scenica (qui una gigantesca vasca/parete/schermo che si riempie lentamente e poi, aprendosi, inonderà il palco), ma che trova con Perocco sintonia soprattutto nel sottolineare l'andamento rituale della vicenda, con il coro ai lati e attori e figuranti che costruiscono con poco (bello l'uso delle sedie e degli stivali per dare movimento all'acqua) linee dal sapore quasi processionale. Ottimo al solito Marco Angius sul podio, per una serata che si scioglie in lunghi applausi il cui calore è più che sincero.

Interpreti: Andrea Mastroni, Mirko Guadagnini, Giulia Bolcato, Silvia Regazzo, Vincenzo Nizzardo, William Corrò, Marcello Nardis

Regia: Damiano Michieletto

Scene: Paolo Fantin

Costumi: Carla Teti

Orchestra: Teatro La Fenice

Direttore: Marco Angius

Coro: Teatro La Fenice

Maestro Coro: Claudio Marino Moretti

Luci: Alessandro Carletti

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

L'opera corale al Valli di Reggio Emilia

classica

Napoli: l’Ensemble Mare Nostrum sotto la direzione di Andrea De Carlo e con il soprano Silvia Frigato 

classica

Ad Amsterdam Romeo Castellucci mette in scena “Le lacrime di Eros” su un’antologia di musiche del tardo rinascimento scelte da Raphaël Pichon per l’ensemble Pygmalion