Alberto Ferro, pianismo illuminato

Il Secondo Premio Busoni 2015 apre i riflettori sulla prossima edizione del concorso

Recensione
classica
Concorso Busoni Castel Englar (Appiano)
12 Giugno 2017
Equilibrio, chiarezza, attesa: sono questi i perni su cui ruota il pianismo di Alberto Ferro, secondo Premio Busoni nell’ultima edizione 2015. Il pianista siciliano si è esibito in una piacevole sera d’estate nella suggestiva cornice di Castel Englar ad Appiano, amena zona vitivinicola alle porte di Bolzano. Il concerto era offerto dagli Amici del Concorso Busoni, preziosa associazione filantropica che sostiene i giovani talenti che passano per la competizione. Nel salotto dei conti Khuen-Belasi, Ferro è stato interprete di un programma che offriva famose pagine del repertorio pianistico in una esecuzione piacevolmente illuminata. Il taglio tempestoso del primo movimento dell’op. 111 di Beethoven non era preludio di un’interpretazione già sentita, quanto primo paragrafo di un racconto perfettamente organizzato da una lodevole chiarezza di pensiero. Bella la calma fermezza dell’Arietta che trascolorava nelle successive variazioni, disegnando un paesaggio ricco e complesso. La Quarta Ballata di Chopin veniva affrontata con un godibilissimo equilibrio sonoro tra introspezione e pathos, condotto con una respirazione che prediligeva l’attesa e che per questo valorizzava ancor di più i momenti di climax del brano. Con queste premesse, manteneva le aspettative l’esecuzione della Valse di Ravel, molto più che un brano virtuosistico, dove i velluti francesi proseguivano la preziosità di Chopin ma con un preciso cambiamento stilistico di secolo. Dopo l’apprezzato bis con la Danza russa da Petruška di Stravinsky, Alberto Ferro si è intrattenuto con il pubblico per uno scambio di parole ed emozioni, condotto da Peter Paul Kainrath, direttore artistico del Premio Busoni. Si apprezza l’umiltà di questo giovane pianista, quando racconta l’interesse di ascoltare gli altri candidati che incontra nei concorsi per poter imparare di più, e anche la sua totale dedizione allo studio, supportato da un legame importante e sincero con il maestro che lo segue dal 2009, Epifanio Comis. I suoi idoli sono Horowitz, Richter e Michelangeli, «un’epoca d’oro così lontana dal generale pessimismo di oggi – dichiara Ferro – in cui si pensa che la classica sia ormai passata. Invece no, occorre renderla attuale!». Il concerto a Castel Englar con un premiato dell’ultima edizione, accende i riflettori sul 61° Concorso Busoni, le cui fasi finali si svolgeranno a Bolzano a fine agosto. Particolarmente interessante la scelta, quest’anno, di introdurre al posto del concerto classico una prova cameristica (Quartetto di Cremona), in linea con i più prestigiosi concorsi internazionali.

Interpreti: Alberto Ferro, pianoforte

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