Il Chigiana Festival & Summer Academy omaggia Boulez

Orchestra Senzaspine_Acocella_San Galgano 02_Foto Roberto Testi
Orchestra Senzaspine_Acocella_San Galgano 02_Foto Roberto Testi
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Dal 9 luglio al 2 settembre 2025 si terrà l’undicesima edizione del Festival estivo dell’Accademia Chigiana di Siena, intitolato Derive in omaggio a Boulez, nel centenario della nascita del grande compositore e direttore d’orchestra francese. Con oltre 100 eventi nei luoghi più suggestivi di Siena, animati da 30 prime esecuzioni, grandi interpreti internazionali, concerti sinfonici e corali, 5 produzioni d’opera, concerti da camera, elettronica, performance multimediali, giovani talenti e centinaia di musicisti coinvolti da tutto il mondo, Siena torna così a essere uno dei centri più attivi e all’avanguardia del panorama musicale internazionale

In vista dell’evento di apertura del Chigiana International Festival & Summer Academy, abbiamo intervistato il direttore artistico, il compositore Nicola Sani.

Nicola Sani foto Hugues Roussel
Nicola Sani_foto Hugues Roussel

Qual è il tema dell’11ª edizione del Chigiana International Festival & Summer Academy?

«Come di consueto, il Festival dell'Accademia Chigiana che abbraccia una gamma di generi musicali estremamente ampia, dalla musica antica a quella dei nostri giorni, ha un filo conduttore e un tema portante, da cui prende il nome. Il titolo dell'undicesima edizione del Festival, che si terrà a Siena e nelle più suggestive località della provincia dal 9 luglio al 2 settembre 2025, è Derive. Questo titolo è anche legato all’approfondimento tematico che, come ogni anno, il Festival dedica a una delle maggiori personalità della musica del nostro tempo. Nel 2025 sarà incentrato sulla figura del grande compositore, direttore d'orchestra e teorico francese, nonché sostenitore e divulgatore della musica del nostro tempo, Pierre Boulez, una delle massime personalità della musica del XX secolo. Con questo ampio focus, in cui verranno eseguite 18 sue importanti composizioni, la Chigiana intende sviluppare una riflessione su come il lavoro di Boulez abbia influenzato, ma anche sfidato, le convenzioni musicali del suo tempo e su come la musica si sia evoluta e quali direzioni possa prendere oggi. Boulez, desidero ricordarlo, è stato docente alla Chigiana nel 1980 ed è successivamente tornato negli anni Novanta in più occasioni come direttore d'orchestra e compositore, lasciando una traccia importante nella memoria dell'Accademia. Traccia documentata da preziose immagini fotografiche».

Come si traduce l’omaggio a Boulez?

«In un certo senso, la rassegna intende avviare un dialogo tra i compositori di oggi e quelli di domani, a cominciare dai giovani che frequentano i corsi di composizione dell'Accademia. Oggi una rassegna dedicata alla musica di Pierre Boulez è un'opportunità per esplorare l'impatto duraturo delle sue idee e delle sue composizioni, ma anche per interrogarsi sulla sua eredità all'interno del panorama musicale contemporaneo, ricco di nuove sfide tecnologiche, estetiche e culturali. Nell'insieme, i 18 titoli di Boulez che verranno eseguiti nel corso del Festival sono i seguenti: Anthèmes 1 per violino solo, Anthèmes 2 per violino solo e live electronics, Cummings ist der Dichter per coro misto e enesemble, Dérive 1 per ensemble, Deux études de musique concrète per nastro magnetico, Deuxième Sonate per pianoforte, Dialogue de l’ombre double per clarinetto e live electronics, Domaines per clarinetto, Domaines per clarinetto e orchestra, Douze notations per pianoforte, Incises per pianoforte, Le Marteau sans maître per mezzosoprano e ensemble, Livre pour quatour per quartetto d’archi,… explosante-fixe … per flauto solo, Mémoriale (… explosante-fixe … Originel) per flauto e ensemble, Sonatine per flauto e pianoforte, Structure I per due pianoforti, sur Incises per 3 arpe, 3 percussionisti, 3 pianoforti. A questi titoli, che rappresentano un percorso tra i principali capolavori del grande compositore francese, si aggiunge la proiezione del film Boulez Répons di Robert Cahen, alla presenza dell'autore. La rassegna dedicata a Boulez ha ottenuto il patrocinio dell'Ambasciata di Francia in Italia e dell'Institut français Italia».

Emanuele Battigelli - Roberto Testi -Chigiana 2023
Emanuele Battigelli - Roberto Testi -Chigiana 2023

Cosa rappresenta oggi la musica di Boulez, di cui si celebra il centenario della nascita?

«Una rassegna dedicata alla musica di Pierre Boulez oggi ha un significato profondo e molteplici implicazioni, sia in termini storici che contemporanei. Boulez è stato uno dei compositori e direttori più influenti del XX secolo, noto per il suo impegno nella musica d'avanguardia e per le sue riflessioni teoriche sulla musica, è stato una figura centrale nel movimento modernista e le sue opere hanno avuto un significato di rottura con le tradizioni musicali passate. Ha contribuito alla diffusione della musica seriale, così come alla ricerca di nuovi linguaggi sonori e alle inedite frontiere delle sperimentazioni elettroniche. Oggi, un concerto di Boulez porta l'attenzione dell’ascoltatore alle radici della musica contemporanea e al tempo stesso alla sua evoluzione verso altre forme di espressione come la musica elettronica o la composizione algoritmica. Boulez non era solo un compositore, ma anche una figura centrale per la cultura e l'organizzazione musicale del nostro tempo. Le sue posizioni critiche nei confronti delle tradizioni musicali più consolidate sono oggi ancora estremamente rilevanti. Approfondire la conoscenza della personalità di Boulez in tutti i suoi molteplici aspetti significa oggi esplorare anche il suo impegno nel demolire le convenzioni, sia musicali che culturali, chiedendoci come la musica possa ancora sfidare il tradizionalismo e cosa voglia dire innovare nell'arte. La rassegna del Chigiana International Festival & Summer Academy dedicata a Boulez può essere vista come una riscoperta, ma anche come una riflessione sul ruolo del passato nella musica contemporanea. Boulez stesso ha spesso cercato di guardare oltre la sua epoca, interrogandosi sulle forme musicali che avrebbero potuto nascere dopo la sua». 

Strettamente connesso al Focus Boulez è il concerto d’apertura del 9 luglio: cosa potrà ascoltare il pubblico?

«La serata vede protagoniste due formazioni di eccellenza, quali il Coro della Cattedrale di Siena Guido Chigi Saracini diretto da Lorenzo Donati e l'Orchestra della Toscana con la direzione di Marco Angius. Il concerto si apre con Cummings ist der Dichter, una delle opere più significative del grande compositore francese, che riflette pienamente la sua estetica e il suo interesse per l'interazione tra testo e musica, oltre alla sua visione di una musica complessa e multistratificata. Cummings ist der Dichter si presenta come una musica totale, in cui il testo poetico di Cummings, selezionato e rielaborato da Boulez, non è solo un elemento narrativo, ma parte integrante di una struttura musicale complessa.

L’opera è un esempio perfetto di come Boulez riuscisse a coniugare tecnica e creatività in un linguaggio musicale che non solo sfida l'ascoltatore, ma lo invita anche a riflettere sulla natura stessa della musica e della poesia. Ma il concerto inaugurale vuole essere anche un omaggio al Boulez direttore d'orchestra e in particolare alla sua lucidissima e innovativa lettura delle opere di Gustav Mahler».

CORO-DE LA CATTEDRALE Foto Roberto Testi-
CORO DELLA CATTEDRALE Foto Roberto Testi

In che modo è possibile celebrare Mahler attraverso Boulez?

«Boulez, con la sua attenzione ossessiva alla precisione e alla perfezione formale, ha portato una visione unica e, in certi casi, radicale alla direzione delle Sinfonie di Mahler. A differenza di molti direttori che enfatizzano l’aspetto emotivo e la grandezza drammatica di Mahler, Boulez tendeva a focalizzarsi sull’aspetto strutturale della musica. Mahler, infatti, è un compositore che alterna momenti di intensissima espressione emotiva con sezioni più dettagliate e quasi cerebrali. Boulez, con il suo approccio preciso, ha cercato di mettere in evidenza la compostezza e l'architettura formale delle opere di Mahler, portando alla luce la complessità del tessuto musicale senza lasciarsi travolgere dal pathos, che invece è una delle caratteristiche più potenti della musica mahleriana. Uno degli aspetti che Boulez riusciva a far emergere nei lavori di Mahler è la trasparenza timbrica. Mentre Mahler è noto per la sua orchestrazione ricca e a volte densa, Boulez si preoccupava di far risaltare ogni dettaglio, ogni strumento, permettendo all’ascoltatore di cogliere la complessità timbrica della musica. Questo tipo di approccio poteva sembrare a volte più analitico che emotivo, ma aveva il merito di svelare la straordinaria qualità di Mahler come orchestratore. Boulez non si limitava ad eseguire la musica di Mahler, ma cercava anche di rivisitare le sue opere, cercando di far emergere nuove interpretazioni e sfumature. Questo lo rendeva particolarmente interessante, in quanto le sue interpretazioni offrivano spesso una visione alternativa e stimolante, rispetto alle tradizionali letture più emotivamente cariche. In un certo senso, Boulez ci ha offerto una visione razionale di Mahler, una musica eseguita con una precisione chirurgica, ma comunque ricca di una sua propria bellezza. Il suo lavoro ha comunque aperto nuove possibilità interpretative e ha contribuito a una comprensione più profonda e intellettuale del compositore austriaco. Boulez ha dato un nuovo volto a Mahler, affascinante e di grande impatto».

Quali sono i titoli della produzione operistica di quest'anno?

«Sono cinque i titoli d'opera in calendario nel Festival di quest'anno: Hérodiade di Matteo D'Amico, La voix humaine di Francis Poulenc, Il Prigioniero di Luigi Dallapiccola, La Giuditta di Alessandro Scarlatti, Medusa di Yann Robin. 

Sabato 12 luglio al Teatro dei Rozzi, va in scena in forma di concerto, e in prima esecuzione assoluta, Hérodiade, commissione dell'Accademia Chigiana al compositore Matteo D'Amico su testo di Stéphane Mallarmé. La serata si completa con i Trois poèmes de Mallarmé di Claude Debussy e di Maurice Ravel. Il progetto di Matteo D'Amico è strettamente legato con l'omaggio che la Chigiana dedica a Pierre Boulez. Il rapporto tra Boulez e la poetica di Stéphane Mallarmé è segnato da una profonda affinità nell’approccio al linguaggio e alla forma. Mallarmé, con la sua scrittura simbolista, tende a evocare piuttosto che a descrivere, cercando l'inaccessibile e l'indicibile attraverso il linguaggio criptico e allusivo. Boulez, d’altro canto, in qualità di compositore, ha adottato una scrittura musicale analitica e precisa, in cui ogni elemento è sottomesso a una logica formale, ma allo stesso tempo è orientato a trasmettere significati in termini di tensione e ambiguità, come nel caso della sua celebre opera Pli selon pli, portrait de Mallarmé, la cui traiettoria è stata avviata nel 1957 con le prime due delle tre Improvisations sur Mallarmé, per giungere a una versione per così dire definitiva nel 1990. Per Boulez, Mallarmé rappresenta un punto di riferimento per la sua visione della musica come linguaggio, che non può mai essere completamente espresso o compreso, ma che deve sempre cercare di sfuggire alla comprensione immediata, proprio come la poesia mallarmeana. Entrambi condividono un interesse per la frammentazione e per la creazione di strutture complesse che non si risolvono mai completamente, ma che stimolano l'ascoltatore a una partecipazione attiva e interpretativa. Date queste affinità, non poteva mancare nella programmazione del Festival una serata dedicata a Stéphane Mallarmé in musica, tra Novecento e attualità».

Elisa Citterio
Elisa Citterio

Matteo D’Amico: come traduce Mallarmé in musica?

«La novità di Matteo D’Amico dà voce musicale a una fra le più enigmatiche e complesse opere di Mallarmé, quella Hérodiade che, comparsa sotto questo titolo nell’edizione definitiva della Pléiade, non è mai stata portata a compimento dal poeta, che per quasi tutta la sua vita ne ha inseguito, senza riuscirci, la forma definitiva. Hérodiade di Stéphane Mallarmé è una poesia simbolista che rivisita il racconto biblico di Erodiade e Giovanni Battista. La trama ruota attorno al desiderio e alla vendetta di Erodiade, la quale, mossa dalla gelosia, chiede la testa di Giovanni. La poesia esplora temi come il desiderio femminile, la trasgressione e la morte, tutto attraverso un linguaggio ricco di immagini simboliche e una struttura complessa. Mallarmé utilizza un linguaggio altamente allusivo e astratto, creando un'atmosfera di mistero e tensione emotiva, dove il desiderio e la violenza si intrecciano in un gioco di significati nascosti. La figura di Hérodiade viene trattata come una donna potente e tragica, dominata da passioni incontrollabili. La poesia si distingue per la sua ricercatezza stilistica e per l'approccio simbolista, che esprime più emozioni e concetti attraverso l'evocazione indiretta piuttosto che attraverso descrizioni esplicite. La forma e lo stile di Hérodiade sono espressione del simbolismo mallarmeano, caratterizzato da una poetica della suggestione e della misteriosità, con una chiara tensione verso il transcendente e l’inaccessibile».

Anche le altre produzioni del Chigana OperaLab poggiano su importanti anniversari…

«Alla nuova produzione di Matteo D'Amico fa seguito il nuovo doppio allestimento del Chigana OperaLab, che presenta giovedi 24 luglio e venerdi 25 luglio al Teatro dei Rozzi La voix humaine di Francis Poulenc nella versione per voce e pianoforte, opera affiancata da Il Prigioniero di Luigi Dallapiccola, proposta nella nuova versione con due pianoforti realizzata dal Centro Studi Luigi Dallapiccola di Firenze. Il nuovo allestimento dell'Accademia Chigiana, in coproduzione con il Picolo Opera Festival del Friuli Venezia Giulia, ha la regia di Davide Garattini, le scene e i costumi di Domenico Franchi, le luci di Manfredi Michelazzi, lighting designer junior e Luca Bronzo, lighting designer tutor per Guido Levi Lighting Lab. Il Prigioniero è una delle opere più significative del repertorio operistico del XX secolo, un'intensa e drammatica riflessione sulla libertà e sulla sofferenza. L'opera, in un atto, è scritta per voce solista, coro e orchestra, e si ispira alla prigionia e alla tortura durante i regimi totalitari. Il ChigianaOperaLab, laboratorio di teatro musicale del corso di Canto diretto da William Matteuzzi realizza significativamente questa nuova produzione in occasione del 50° anniversario della scomparsa di Dallapiccola e dell'80° anniversario della Liberazione (1945-2025). Mercoledi 27 agosto, al Teatro dei Rinnovativa in scena La Giuditta di Alessandro Scarlatti, nel 300° anniversario della morte del compositore, con l’Ensemble Strumentale del Mozarteum di Salisburgo diretto da Vittorio Ghielmi. Il capolavoro di Scarlatti è affiancato dalla nuova creazione di Yann Robin, Medusa, presentata in prima italiana con la regia di Florentine Klepper, costumi di Lena Matterne e luci di Conny Zenk, mentre Kai Röhrig dirige l'Ensemble für Neue Musik. La Giuditta di Alessandro Scarlatti è un Oratorio in due parti, ispirato alla storia biblica di Giuditta, la donna che salva il suo popolo uccidendo il generale assiro Oloferne. La realizzazione dell'opera scarlattiana, come già è avvenuto in precedenza, è l'occasione per sostenere il teatro musicale contemporaneo con la nuova commissione al compositore francese Yann Robin per la creazione di una nuova opera, Medusa, su libretto di Elisabeth Gutjahr, che si relaziona con La Giuditta di Scarlatti. Nonostante il suo linguaggio spiccatamente contemporaneo, la musica di Yann Robin rimane incredibilmente densa di pathos e significato emotivo, con una forte carica evocativa di immagini e scenari anche senza l'ausilio di parole o di una trama narrativa esplicita. Medusa si articola in due grandi parti: un prologo, che si svolge prima de La Giuditta di Scarlatti e un epilogo, che arriva dopo l’oratorio e conclude così l’opera».

Luciano Acocella
Luciano Acocella

Rimanendo in ambito contemporaneo, quali sono le nuove commissioni del Festival?

«Tra le altre nuove commissioni del Festival figura Disegnare Rami di Filippo Perocco, un ampio lavoro per soprano, due pianoforti, coro e live electronics, in coproduzione con il Maggio Musicale Fiorentino, che il pubblico ha potuto ascoltare lo scorso 7 giugno. La Cantata di Marcello Panni, nuova creazione per coro e strumenti a fiato, eseguita dal Coro della Cattedrale Guido Chigi Saracini e dalla Banda Nazionale dell’Esercito Italiano con la direzione di Filippo Cangiamila (17 luglio); Sulla barca di Dioniso, per violino e percussioni di Marcello Fera, con lo stesso autore al violino e il Chigiana Percussion Ensemble (22 luglio); DIRE, Seconda traccia di Stefano Gervasoni, per chitarra, dedicato a Giovanni Puddu, in programma nel recital dello stesso chitarrista (25 agosto), docente del corso di Chitarra e Musica da camera con chitarra.

A questo si aggiungono le numerose prime assolute, tra cui Due cori per l’Agamennone di Salvatore Sciarrino, Bicinium per clarinetto, viola e voci indiane di Riccardo Nova, Introitus et Oratio del compositore croato Berislav Šipuš, per violoncelloDue meditazioni di Paolo Rotili, per voce di soprano e percussioni, Terza Deficiens, per violino, di Andrew McIntosh, interpretato da Ilya Gringolts, oltre alle prime italiane Argumenta, per percussioni di Philippe Manoury e dei nuovi progetti del grande sassofonista Miguel Zenón, Yo Soy La Tradición, con il Quartetto d'archi Sincronie, in collaborazione con Siena Jazz University e della compositrice e sound artist svedese Ellen Arkbro, Nightclouds, per il ciclo "Current shapes", in collaborazione con SOW, realizzata sullo splendido organo di Palazzo Chigi Saracini. A queste prime esecuzioni assolute si aggiungono le numerose esecuzioni di autori del nostro tempo, tra cui Giorgio Nottoli, in occasione dell'ottantesimo compleanno, Jonathan Harvey, Aldo Clementi, in occasione del centenario della nascita, Mario Garuti, Filippo Del Corno e molti altri, nonché tutte le prime esecuzioni di composizioni degli allievi del corso di composizione di Salvatore Sciarrino, eseguite da MDI Ensemble, da quest'anno ensemble in residence dell'Accademia e del Festival con i solisti Matteo Cesari al flauto e Paolo Ravaglia al clarinetto, e degli allievi dei corsi di Live Electronics, tenuto da Alvise Vidolin e Nicola Bernardini, con il neonato Ensemble CLEE e di Composizione per strumenti antichi, tenuto da Simone Fontanelli, con il consort di viole da gamba in residenza del Mozarteum di Salisburgo. Una mostra tematica dedicata alle produzioni visive e sonore dell'artista e compositore milanese Gianluca Codeghini, a cura di Stefano Jacoviello, è realizzata in collaborazione con il Complesso Museale Santa Maria della Scala di Siena e inner room Siena e comprende anche l'esecuzione della composizione Piecemeal per coro di Codeghini (21 luglio). Una straordinaria finestra sull'attualità musicale di tutte le generazioni, a cui fa eco la programmazione della webradio Chigiana RadioArte, che trasmette per tutta la durata del Festival un palinsesto di sound art, musica del nostro tempo, eventi live del festival, una linea dedicata a rari documenti sonori sulla produzione musicale e la biografia di Pierre Boulez, archivi sonori chigiani, con la partecipazione dei principali centri di produzione internazionali di nuova musica e sound art».

Tra le novità di quest'anno figura anche la nascita di una nuova formazione in residence, denominata CLEE: da chi è composta e a quale scopo?

«Il CLEE (Chigiana Live Electronics Ensemble) è una nuova formazione in residenza presso la Chigiana Summer Academy 2025, dedicata all'esplorazione delle sonorità contemporanee e all'innovazione tecnologica nella musica dal vivo. Coordinata dai docenti Alvise Vidolin e Nicola Bernardini, con la partecipazione di Julian Scordato, il CLEE si propone come laboratorio creativo per i giovani talenti della musica elettroacustica, integrando composizione, esecuzione e interpretazione della musica elettronica in concerto. Il CLEE parteciperà attivamente alle attività performative del corso di Live Electronics-Sound & Music Computing e del Chigiana International Festival & Summer Academy, contribuendo alla realizzazione di concerti che esplorano le frontiere della musica elettronica dal vivo. Questo corso offre un'opportunità unica per sviluppare competenze avanzate nell'uso delle tecnologie sonore, affrontando tematiche come l'eco-sostenibilità delle opere elettroniche, l'adattamento di tecnologie obsolete e l'uso dell'intelligenza artificiale nella composizione e nell'esecuzione musicale. La creazione del CLEE tra gli ensemble in residence dell'Accademia rappresenta un passo significativo verso l'integrazione delle tecnologie digitali nel panorama musicale contemporaneo, offrendo ai partecipanti un ambiente stimolante per l'esplorazione e la sperimentazione sonora».

QUARTETTO SINCRONIE Paolo Cipriani
QUARTETTO SINCRONIE credits Paolo Cipriani

In che modo il Festival chigiano intende valorizzare i più giovani?

«Il Chigiana International Festival & Summer Academy rappresenta un unicum nel panorama musicale internazionale, per la sua doppia anima: è al tempo stesso un festival di grande prestigio artistico e un'accademia di alto perfezionamento musicale, in cui giovani talenti da tutto il mondo si formano e si esibiscono fianco a fianco con grandi maestri. La particolarità del Festival Chigiano sta nella sua sinergia tra didattica e spettacolo dal vivo: ogni corso dell’Accademia, oltre a un concerto conclusivo, prende parte a concerti pubblici nei quali gli studenti si esibiscono accanto ai docenti e ad altri grandi musicisti di fama internazionale, o ex allievi divenuti celebrità, ospiti del Festival. Questa dinamica trasforma l’apprendimento in esperienza professionale concreta, fin dal primo momento. Pur essendo profondamente legato alla città di Siena e ai suoi spazi storici, il Festival ha un respiro internazionale: è un crocevia di culture musicali, che ogni estate accoglie allievi e docenti da tutti i continenti, da oltre 60 paesi del mondo, in un clima di scambio interculturale. L’edizione 2025 conferma l’impegno verso le nuove tecnologie, la musica d'oggi e l'innovazione, grazie a iniziative che esplorano la multimedialità, l’intelligenza artificiale e le tecniche digitali applicate alla composizione e performance. I giovani selezionati studiano con i migliori musicisti della scena internazionale. E nella Summer Academy c'è una new entry significativa: con Thierry Escaich, torna alla Chigiana dopo oltre 25 anni il Corso di Organo grazie al recente restauro dello splendido organo di Palazzo Chigi Saracini, un Vegezzi-Bossi del 1923 con 4300 canne».

Quale spazio avranno all’interno del Festival?

«Oltre ai principali concerti del cartellone del Festival, con le rassegne Chigiana Factor, Appuntamenti Musicali e Chigiana Chianti Classico Experience ogni allievo ha la possibilità di esibirsi in prestigiosi palcoscenici a Siena e nelle terre di Siena. I concerti aperitivo, realizzati dagli allievi tutti i giorni nel cortile di Palazzo Chigi Saracini, che oggi ospita l'elegante Chigiana Art Café, sono un appuntamento che si rinnova quotidianamente durante tutto il Festival. Un must che puntualmente alle 19.00 richiama un folto pubblico di appassionati e di turisti che giungono l'estate a Siena da ogni parte del mondo, anche per assistere agli eventi del Festival. I giovani allievi partecipano alle produzioni d’opera, nell’ambito dei progetti Chigiana OperaLab e Baroque Lab. L’edizione 2025 inoltre segna un record nel numero di borse di studio assegnate, grazie al contributo di enti pubblici e privati, che permettono a molti talenti di partecipare indipendentemente dalle disponibilità economiche. A titolo di esempio, con il Gruppo MCC-Mediocredito Centrale e BdM Banca è stato siglato un significativo accordo per assegnare 20 borse di studio ad altrettanti allieve e allievi residenti nelle regioni del Mezzogiorno d'Italia. Non dobbiamo inoltre dimenticare che, per quanto riguarda la componente degli allievi italiani della Summer Academy, i migliori allievi distintisi nei corsi e nel quadro degli eventi del Festival vengono segnalati per il Progetto Giovani Talenti Musicali Italiani nel Mondo, realizzato in collaborazione da Accademia Chigiana, MAECI e CIDIM, che consente ai giovani talenti di esibirsi in concerto in tutto il mondo e presso un ampio network di istituzioni italiane. La Chigiana si propone come palestra di futuro per giovani musicisti: l’esperienza al Festival può segnare l’inizio di carriere internazionali. Inoltre, iniziative come Tell me Chigiana, il corso di giornalismo e comunicazione musicale online, a cui partecipano diversi professionisti del mondo dei media, a cui si affianca il "Premio Giovanna Maniezzo", offrono ai giovani strumenti per affrontare il mondo musicale contemporaneo con competenze aggiornate e visione critica. Il Chigiana International Festival & Summer Academy è quindi molto più di un festival: è un laboratorio globale per la musica del presente e del futuro, dove i giovani vengono valorizzati non solo come studenti, ma come artisti e protagonisti attivi di una grande stagione musicale».

 

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