Versailles, nuova Fille du Régiment con il coro dell'Armée
Bravi giovani interpreti e costumi firmati Christian Lacroix

Una piacevole nuova produzione da La Fille du Régiment di Donizetti ha debuttato all’Opéra royal du Chateau de Versailles con il vero coro dell’esercito francese a cantare le arie militari. Se il compito principale del Chœur de l'Armée française è di esibirsi in occasioni di cerimonie ufficiali, come fa anche l’Orchestra della Guardia Repubblicana, ogni tanto è già successo che l’unità sia stata anche impegnata nel teatro musicale, all’Opéra Comique ad esempio, e i suoi componenti hanno dimostrato ancora una volta di essere bravi anche a muoversi in scena, in questo caso interpretando sé stessi, ossia soldati francesi.
E’ un coro solo maschile, ma a dirigerlo ci sono due soldatesse, Aurore Tillac e Emilie Fleury, quindi è stato integrato per le parti femminili e per alcuni personaggi del popolo dal Coro dell’Opera di Versailles. I ruoli principali sono stati affidati per lo più a giovani interpreti e davvero una bella sorpresa per la parte di Marie è stata il soprano belga Gwendoline Blondeel, voce potente, molto ben proiettata, duttile e luminosa, che ha interpretato l’orfanella adottata dal reggimento con grande spigliatezza e carattere, brillando nelle virtuosità sia delle arie vivaci che in quelle più lente.
Al suo fianco per il ruolo di Tonio il tenore francese di origini congolesi Patrick Kabongo ha mostrato di possedere un bel timbro e pure buone capacità belcantiste, anche se ancora non sviluppate in pieno, il suo “Ah mes amis…” non ha entusiasmato la sala ma se l’è cavata con onore e nella seconda parte dell’opera ha acquisito più sicurezza.
Purtroppo la direzione di Gaétan Jarry dell’orchestra dell’Opera di Versailles non ha aiutato i cantanti con le voci più piccole, perché spesso ha suonato troppo forte coprendole un po’, la sua direzione è stata sin dalle prime battute molto energica, con dinamiche veloci e molto ritmate. Ciò non ha impedito comunque di apprezzare le sonorità particolari di alcuni dei loro strumenti, in particolare dei fiati, che sono copie di strumenti d’epoca.
Gran parte dei recitativi sono stati poi sintetizzati dal regista Jean-Romain Vesperini e ciò ha reso ancora più incalzanti gli avvenimenti. I dialoghi sono stati riscritti con sottile umorismo e qualche riferimento all’attualità, anche qualche diverte battuta autoreferenziale come quando la Marchesa di Berkenfeld ammonisce Marie di non rovinare il costume di monsieur Lacroix. I costumi, appunto, del celebre stilista Christian Lacroix sono davvero molto belli, colorati e divertenti, tranne quelli del reggimento che sono più fedeli agli originali, valorizzano e vestono tutti molto bene agli interpreti.
La Marchesa di Berkenfield è il mezzosoprano francese di origini corse Eleonore Pancrazi, padrona della scena e dalle battute ironiche sempre efficaci, oltre che dotata di bella voce e buona tecnica. Ottimo poi il Sulpice di Jean-François Lapointe, perfetta spalla per la Marie di Gwendoline Blondeel, baritono dal timbro bello e sonoro e dal gioco interpretativo elegante. Assai riuscito anche il ruolo di Ortensio da parte del baritono Jean-Gabriel Saint-Martin, in evidenza anche grazie al bel costume double face immaginato per lui da Christian Lacroix.
Tra gli altri ruoli minori, il mezzo Flore Royer è la Duchessa di Crakentorp; un solista dell’Armée, il baritono Jérémie Delvert, interpreta il caporale; e il regista Vesperini si diverte pure a fare un’apparizione, muta evidentemente, come Napoleone. Quanto alla messa in scena, nel piccolo palcoscenico di Versailles si è scelta la strada della semplicità, le scenografie di Roland Fontaine suggeriscono nel primo atto le montagne tirolesi e i campi di battaglia in bianco e nero grazie alle proiezioni e ai video di Étienne Guiol, più originali gli arredi del castello nel secondo tempo dove lo strano caminetto centrale si trasforma in pianoforte, ma prima suona come tastiera elettrica, una delle tante strizzatine d’occhio all’oggi che rendono simpatica e fresca questa nuova produzione. Finale con tripudio di bandiere e colori della Francia.
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