The Black Exposition di Simone Santi Gubini

Edito per l’etichetta NEOS, racchiude tre lavori del compositore italiano eseguiti dall’Ensemble Musikfabrik, ultima produzione dell'Hans Rosbaud Studio.

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The Black Exposition Simone Santi Gubini
The Black Exposition Simone Santi Gubini

È uscito per l’etichetta NEOS The Black Exposition, il disco monografico dedicato alla produzione di Simone Santi Gubini, compositore particolarmente interessato a una musica come esperienza fisica intensa, come richiesta da soddisfare.

Il CD raccoglie tre lavori per ensemble, scritti negli ultimi undici anni e interpretati dall’Ensemble Musikfabrik, tra i gruppi di riferimento per la musica contemporanea, qui diretto da Gregor A. Mayrhofer, musicista tedesco che si è fatto notare come assistente di Simon Rattle e Kirill Petrenko, per consolidare poi la propria carriera sui podi di alcune tra le maggiori orchestre europee.

Il disco rappresenta inoltre l'ultima produzione dell'Hans Rosbaud Studio prima della sua definitiva chiusura, avvenuta esattamente un anno fa, il 27 ottobre 2023. La sala di incisione è stata fondata dal leggendario direttore austriaco, cofondatore delle giornate musicali di Donaueschingen e direttore d’orchestra che molto si spese per la promozione della musica contemporanea, dirigendo numerose prime rappresentazioni di Schönberg, Hindemith e Stravinsky.

“Schmelzpunkt” (punto di fusione) è una composizione del 2013 per flauto, clarinetto basso e due pianoforti suonati da un unico pianista. Il concetto espresso sin dal titolo vuole collegarsi a quello di fusione strumentale, che si basa su un’esasperazione energica ed espressiva dei registri alti dei due strumenti a fiato, sorretti da cluster che coprono l’intera estensione del pianoforte grazie all’ausilio di cinque aste di legno. Il brano si rifà all’opera si Anselm Kiefer, tra gli artisti più importanti e versatili di oggi che, dopo essere entrato in contatto con Joseph Beuys, iniziò a incorporare nel suo lavoro materiali come piombo, paglia, piante e tessuti.

Anche nei successivi due lavori non mancano i riferimenti all’arte figurativa. In “Klangrelief III”, composizione per clarinetto contrabbasso amplificato, sassofono baritono amplificato e pedaliere, l’eccesso di energia si rifà alle sculture di Anish Kapoor e al suo personale uso del colore rosso. 

“Die Schwarze Ausstellung”, che suggerisce il titolo del disco, presenta invece una sezione di fiati (clarinetto basso, sax baritono, fagotto), una sezione d’archi (due violini, due violoncelli e un contrabbasso) e percussioni (due timpani, rullante, grancassa, gong, 4 campane a lastra d’alluminio e spring coil). Il brano prosegue l’esplorazione sul contrasto di ogni parametro musicale avviata nei precedenti due. In questo modo Gubini crea nuove relazioni per giungere al suo personale concetto di macropolifonia, portando avanti «la massività sonora attraverso linee distinte e rilevabili».

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