Il fascino dei Gurre Lieder
Milano: Chailly sul podio per Schönberg
È indubbio che Riccardo Chailly sia uno dei pochi direttori in grado di affrontare con serenità la mastodontica partitura dei Gurre-Lieder di Schönberg. Così ha fatto per ben tre volte nell'ambito della stagione sinfonica della Scala, offrendo un'interpretazione impeccabile e coinvolgente, anche grazie allo spettacolare dispiegamento di forze sul palco, in concomitanza coi 150 anni dalla nascita del compositore. Due i cori chiamati all'impresa, quello della Scala diretto da Alberto Marazzi, quello della Bayerischen Rundfunks diretto da Peter Dijkstra e la Filarmonica della Scala. A interpretare Waldemar il tenore Andreas Schager dalla voce ferrea, affiancato dalla brava Camilla Nylund (Tove), mentre Okka von der Damerau è una straordinaria Colomba del bosco, nella commovente trenodia per la morte di Tove, il Contadino che evoca apparizioni spettrali è Michael Volle, che fa anche da voce recitante del melologo surreale della "caccia selvaggia del vento". Norbert Ernst è invece il Buffone, o Fool che dir si voglia, nello scanzonato intermezzo comico della seconda parte. Tutti più che convincenti nel far affiorare la sottesa drammaturgia dei versi di Jens Peter Jacobsen, che quando sono affidati al coro rimangono invece un commento estraniato.
Insomma serata pienamente riuscita e salutata con lunghissimi applausi dal pubblico. Con anche commenti irrituali da parte di alcuni spettatori entusiasti, ma dispiaciuti che Schönberg dopo i Gurre-Lieder abbia proseguito nella sua evoluzione creativa. In sala il sovrintendente Dominique Meyer e il suo successore Fortunato Ortombina.
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