Ascesa e caduta del Colombo di Egk

Per il ciclo FOKUS 33 il Theater Bonn riporta in scena l’opera “Columbus” di Werner Egk

Columbus (Foto  Bettina Stöß)
Columbus (Foto Bettina Stöß)
Recensione
classica
Bonn, Theater Bonn
Columbus
16 Giugno 2024 - 04 Luglio 2024

A Bonn prosegue il progetto FOKUS 33 dedicato al recupero di opere cancellate dal repertorio dopo l’avvento del regime nazionalsocialista. Il tassello più recente, tuttavia, rappresenta una vistosa eccezione alla regola fin qui seguita nella scelta dei compositori, finora tutti di religione ebraica e per questo banditi dalle scene tedesche. In effetti Werner Egk beneficiò non poco delle simpatie dei maggiorenti del regime, fra tutti quella di Joseph Goebbels, ricevendone vari riconoscimenti, come la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936 nella disciplina “musica orchestrale” (sic!) per la composizione di Olympische Festmusik, e incarichi, come quello di direttore musicale della Staatsoper di Berlino fra il 1936 e il 1940. Del resto non disdegnò di servire il regime componendo lavori che contribuirono a forgiare i nuovi canoni estetici e ideologici nazisti come Job, der Deutsche sul “Mysterium” di Kurt Eggers, o un Peer Gynt elogiato da Goebbels e Hitler in persona, per tacere del balletto Joan van Zarissa, eseguito anche nella Parigi occupata del 1942 con lo stesso Egk sul podio, e la marcia della gioventù tedesca nel film Jungens del 1941. Caduto il regime, come molti altri anche Egk fu processato per le sue responsabilità di intellettuale al servizio del nazionalsocialismo e quindi pienamente reintegrato nella vita culturale della Germania post-bellica.

Del 1933 è il suo Columbus, definito “Bericht und Bildnis” (racconto e ritratto) e inizialmente concepito come dramma radiofonico. Dopo la prima a Monaco di Baviera in forma concertante nel 1934, seguì una versione scenica all’Opernhaus di Francoforte nel 1942. In seguito Egk, che teneva molto al suo Columbus, ci tornò sopra in varie occasioni fino alla versione definitiva presentata Städtische Oper di Berlino nel 1951. Questa è anche la versione scelta per il nuovo allestimento del Theater Bonn affidato alla regia di Jakob Peters-Messer con un dispositivo scenico firmato da Sebastian Hannak, che coniuga efficacemente la doppia natura di questo lavoro, in bilico fra teatro musicale e oratorio laico.

Nelle tre parti, presentate senza soluzione di continuità, si rappresenta la parabola esistenziale di Cristoforo Colombo, mostrato in tutta la sua problematicità di antieroe, a partire dalla sua lotta contro l’establishment del regno di Ferdinando il Cattolico ostile in blocco al suo folle progetto, che però trova una sponda nella regina Isabella, convinta che l’impresa di Colombo possa servire la causa cattolica. Si organizza quindi la partenza da Palos delle tre caravelle reali e ha inizio la lunga navigazione verso una meta sempre più incerta e inquieta che finalmente appare all’orizzonte. L’approdo nel Nuovo Mondo viene salutato da un solenne Te Deum che precede la strage dei nativi per la conquista dell’oro lordo di sangue da inviare alla corona di Spagna. Ai trionfi segue il declino: dopo l’accoglienza nella patria adottiva come eroe, Colombo muore abbandonato da tutti e nella più totale indigenza.

Nell’allestimento di Bonn l’orchestra è posta sul palcoscenico, nel fondo, all’interno di una grande struttura geometrica che richiama un tempio antico, mentre l’azione si svolge sul proscenio esteso fino alla buca coperta e coperto di una statuaria che rievoca le civiltà pre-colombiane. Delimitano lo spazio scenico dei grandi teli dorati che alludono all’oro dei nativi. I costumi-uniforme di Sven Bindseil proiettano la vicenda sulla contemporaneità, richiamata anche nei video di Robi Voigt, che integrano immagini documentaristiche (comprese quelle dei recenti episodi di “cancel culture” con l’abbattimento dei monumenti dedicati a Colombo) con le riprese live dei due attori (gli emotivamente intensi Bernd Braun e Christoph Gummert) che sono spettatori e commentatori delle vicende storiche in interazione con i protagonisti del dramma in una sorta di versione aggiornata del teatro epico brechtiano.

Come già in molte delle produzioni di Fokus 33, lodevole è specialmente lo sforzo collettivo, che coinvolge il vigoroso Coro del Theater Bonncon molti aggiunti e tutti i singoli interpreti, a cominciare dal pensoso Columbus di Giorgos Kanaris e dalla coppia dei fragili reali di Spagna di Santiago Sánchez e Anna Princeva, fino ai comprimari Carl Rumstadt, Christopher Jähnig e Mark Morouse che interpretano i consiglieri di corte in sontuosi abiti vescovili, a Martin Tzonev che è un vigoroso monaco francescano fino a Tae Hwan Yun che è un delicato precettore. A tutti loro si aggiunge l’ottima prova della Beethoven Orchester con la quale il direttore Hermes Helfricht disegna i suggestivi e contrastati paesaggi sonori immaginati da Egk.

Clima estivo e campionato europeo remano contro questo interessante recupero, disertato dal pubblico già alla seconda recita. I presenti, comunque, rispondono con calore. Si replica fino al 4 luglio.

 

 

 

 

 

 

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