La magia di Trame Sonore
Mantova città della musica
Se è impossibile un resoconto di Trame Sonore alla dodicesima edizione, tale e tanta è l'offerta musicale di alto livello, rimane però l'impressione che gli ascolti accumulati in cinque giorni sono arricchiti dai volti sorridenti degli appassionati di musica da camera e non solo, che girovagano per Mantova, dal diffuso profumo di tiglio, dagli incontri casuali con gli esecutori per strada, dagli scambi fra di loro, dai resoconti all'uscita da Palazzo Ducale, dal Teatro del Bibiena, dal Palazzo Vescovile o dagli altri luoghi deputati.
È un forma di cultura gioiosa e appassionata che forse non ha luogo altrove in Europa, sorretta certo dall'impegno del direttore artistico Carlo Fabiano, ma soprattutto dai partecipanti che ne diventano loro stessi portatori. Per questo non c'è da stupirsi della masterclass di Alfred Brendel che commenta la prova del "Razumovsky" eseguito dal Quartetto Malion, interrompendola per dare i suoi consigli né della spericolata storia della musica dal Settecento ai giorni nostri inventata da Antonio Ballista coi suoi Shortcuts.
Del tutto naturali ovviamente gli appuntamenti con Monteverdi, madrigali e Combattimento di Tancredi e Clorinda, compresa una chiacchierata sul tema di Giuseppe Clericetti con Carla Moreni nel giardino di Palazzo Castiglioni. Non tutto è però puro diventimento, non sono mancati i momenti di cupezza estrema, come il lied Der Doppelganger dal Schwanengesang di Schubert, di cui hanno dato un'esecuzione da far tremare le vene e i polsi il tenore Mark Padmore e il pianista Alexander Lonquich (insostituibile presenza della rassegna).
Qualcosa di simile e più drammatico si è percepito anche al termine del concerto del violinista Marco Rizzi e di Andrea Lucchesini al pianoforte; dopo Thème et variations di Messiasen e la Sonata per violino e pianoforte di Janàcek, il duo ha proposto Louange à l'immortalité di Jesus (dal Quatuor pour la fin du temps di Messiaen) e l'ultimo tocco di Lucchesini, come richiesto, è risultato sordo, quasi legnoso, con un'eco lontana di armonici. Ma al di là della dichiarazione di fede del compositore, visti i momenti drammatici che stiamo vivendo, quel suono ha spalancato il baratro dell'insensatezza umana e di una fine davvero imminente. Trame Sonore ha in serbo anche questo genere di sorprese.
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